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Guardare al futuro con occhi bionici

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Michele Diana è “piombato” come un meteorite con le sue conoscenze scientifiche e la voglia di far conoscere un mondo tecnologico sconosciuto ai più negli incontri del 9 e 10 novembre scorsi.

Michele Diana è un italiano trapiantato in Francia dove vive e studia, con una equipe di scienziati, il futuro della medicina applicata a tutte le moderne tecnologie.

Egli stesso è un medico chirurgo, laureato in Italia, con specializzazione in ingegneria biomedica e attualmente Ph. D. Medical Science a Strasburgo, ha guardato al futuro non fermandosi alle sole importanti nozioni universitarie, ma ponendole a servizio della scienza informatica dimostrando che la medicina e la cura del paziente possono avere sviluppi impensabili con la cura della persona e la sconfitta di molte malattie.

A portare in Italia e farlo conoscere ai socie e amici del Rotary Club Ovest G. D’Annunzio, la sera del 9 novembre, e ai ragazzi intervenuti nella Sala consiliare del Comune di Pescara, il 10 novembre mattina, sono stati due egregi medici pescaresi il dott. Giuseppe Di Giovacchino e il dott. Paolo Innocentini.

La sera del 9 novembre, nella sala conferenze dell’Hotel Maria di Francavilla, presentato dal Presidente Domenico Marcantonio, il dott. Diana ha affascinato e incuriosito i presenti parlando dei suoi studi e dei progetti in essere.

Titolo del suo Intervento Guardare al Futuro con occhi bionici e gli occhi bionici sono quelli dell’intelligenza artificiale in medicina e chirurgia, del chirurgo cibernetico, dell’evoluzione del cervello umano grazie al pollice opponibile.  La rivoluzione della medicina e chirurgia generale è innovarle con la convergenza tra robotica e informatica, il ruolo degli scienziati e proprio quello di valutarle e renderle utili al miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

Lo studio della robotica e dell’informatica possono aumentare i sensi del chirurgo: il cervello, con l’intelligenza artificiale, la mano che compie il gesto con le tecnologie robotiche, fino ad arrivare all’automazione, la macchina con intelligenza artificiale che riesce a trovare da sola la migliore chirurgia operatoria, la vista con tutte le tecnologie che permettono di aumentare la visone dell’occhio per vedere in trasparenza al di là delle capacità visive naturali con l’utilizzo di tecniche non invasive per il paziente.

Tutto questo prevede una semplificazione della medicina e della chirurgia e studio delle malattie con l’eliminazione di analisi per la diagnosi e la cura fatte oggi con metodologie invasive e molto spesse cruente per il paziente. 

Il dotto Di Giovacchino ha dichiarato:

 “In futuro, durante la transizione verso la medicina di precisione automatizzata, dovremo superare i principali ostacoli tecnici, legali ed etici. I dati, che sono il carburante della moderna intelligenza artificiale, sono al centro, dalla generazione e gestione dei dati. Un singolo paziente può generare un’enorme quantità di dati (biochimici, genomici, proteomici, metabolomici e radiomici). Tali dati sono necessari, ma il loro valore si manifesta solo quando vengono correttamente elaborati e organizzati su larga scala, dalle tecnologie cognitive. Sia il mondo accademico che l’industria stanno compiendo enormi sforzi per armonizzare la robotica, l’intelligenza artificiale, i big data, la gestione dei dati, i sistemi avanzati di imaging, le nanotecnologie e le fonti di energia, in modo transdisciplinare. L’elemento cardine verso una chirurgia di precisione più sicura ed efficace, è rappresentato dai nuovi sistemi di immagine poiché l’occhio chirurgico aumentato è la finestra spalancata per guardare con positività al futuro”

In conclusione, dunque, la medicina del futuro curerà il paziente “vedendo dentro” con l’ausilio della tecnologie robotiche e informatiche senza terapie invasive con il rispetto totale delle persone.

Nell’incontro del 10 novembre tutto quanto narrato, con grande entusiasmo e semplicità, dal dott. Michele Diana ha entusiasmato i ragazzi presenti che hanno ascoltato in silenzio e poi dopo un fragoroso e lungo applauso hanno rivolto numerose domande allo scienziato.

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