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Gli antichi mestieri: le marionette dei Luigini alla festa della Madonna dei Sette Dolori

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Quattordicesimo interessantissimo appuntamento con Gli Antichi Mestieri. Oggi viene ripreso un filone già trattato il 24 settembre scorso, quello delle Marionette della famiglia Luigini.

La compagnia marionettistica della famiglia Luigini, prima di impiantare il teatro stabile nel rione di Borgomarino, si esibiva a Pescara in Viale dei Pini e in via Nicola Fabrizi.

Riprendo le notizie da due volantini pubblicitari stampati uno dalla tipografia Nuova Provincia di Pescara e uno senza alcuna titolarità tipografica. I volantini, recuperati tramite il mosaicista Nunzio Todisco, di San Ferdinando di Puglia, sono preziosi per la ricostruzione dell'attività svolta dalla famiglia Luigini, a Pescara, con il teatro delle marionette.

Prima delle rappresentazioni nel teatro stabile, impiantato nel 1919, la compagnia si esibiva anche durante le feste popolari. Era, a tutti gli effetti, una compagnia itinerante e si spostava con otto attrezzati carretti (Cfr., Vito Giovannelli, Il teatro delle marionette di Borgomarino di Pescara, Ed.Settembrata Abruzzese; Centro di antropologia territoriale degli Abruzzi, Università di Chieti, 2009).

Ai colli di Pescara, come racconta Michelina Americano, figlia di Gemma Luigini, si montava una grande tenda, simile a quelle dei circhi, e si allietava il pubblico con opere teatrali di carattere comico: farse, soprattutto.  La farsa è genere teatrale autonomo. Non è mimo, non è danza, non è pantomima. E' teatro pieno, completo e totale.

Occorreva dare diversi spettacoli, per far quadrare i conti (Angelo Luigini, puparo e scnenografo. Intervista rilasciata ad Angelo Capozzi, di Foggia). La farsa, con la sua brevità, consentiva di accontentare grandi e piccini e di ripetere gli spettacoli con facilità organizzativa.

Le giornate festive ai Colli di Pescara, dedicate alla Madonna dei Sette Dolori, erano incentrate  sulle farse di Pulcinella: un po' capocomico, un po' maestro delle battute ficcanti.  Le farse erano gradite dai visitatori della festa. La gente accorreva. Pulcinella, almeno nel sud, è sempre stato un personaggio superstar.

Tra le farse più rinomate Michelina ricorda: "Pulcinella galantuomo, Pulcinella carceriere, la fucilazione di Pulcinella, Pulcinella spaventato da un morto, Pulcinella garibaldino, Pulcinella avvelenato, gli amori di Pulcinella, la fucilazione di Pulcinella, Pulcinella e Scartellato nonché Scartellato e Paolino il campanaro.  Gli spettacoli dati ai  Colli mettevano allegria. Si rideva a crepa pelle. C'era sempre una farsa nuova per attirare il pubblico" (informatrice Michelina Americano).

Oltre a Michelina, diversi anziani pescaresi ricordano gli spettacoli farseschi recitati durante la festa della Madonna dei Sette Dolori di Pescara Colli (informatori: Fiore Ammirati, di anni 84 operaio, Arturo Mazza di anni 88 fonditore).

I temi trattati, collegati al vivere quotidiano, erano raccontati con linguaggio ludico e ricreativo. Episodi realmente accaduti venivano ripresi e stravolti dalla fantasia teatrale di Luigi (capo carismatico). I racconti di Pulcinella  dileggiavano, a volte, il potere costituito. Ovviamente, oggi la mancata conservazione dei copioni, alcuni pare rivisti da Ennio Flaiano, impedisce di dare giudizi pertinenti su tutte le farse e sulle battute ficcanti di Pulcinella pronunciate attraverso la lente d'ingrandimento della comicità di Luigi Luigini.
Le rappresentazioni erano allietate da una orchestra diretta dal maestro Corrado Barra. Tra i suonatori si ricorda il contributo di Gennarino (alcuni informatori dicono Tommasino), suonatore di clarino, che incantava con il suo virtuosismo.

Nella rappresentazione delle farse facevano comparsa poche marionette.

Anche con poche marionette si può fare buon teatro di figura! L'importante è che i fatti narrati  siano dotati di buona morale e non favoriscano la corruzione dei costumi. Le poche marionette delle farse si muovevano in ambienti contadini scenicamente ben ricreati. L'esperienza teatrale della compagnia, l'effetto luci e gli intervalli musicali accompagnati dal bel canto facevano presa sul pubblico, che rideva. Rideva...

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