Nella quinta puntata di Gli Antichi Mestieri Giovannelli ci fa riscoprire i pesalana.
Nel mondo della pastorizia la vendita della lana è stata sempre fonte di reddito. Non tutta la lana prodotta, però, veniva venduta. Quasi tutte le mogli dei pastori, infatti, attendevano la loro porzione annuale di lana per realizzare capi d'abbigliamento d'ogni genere, soprattutto calze, maglie e maglioni, nonché copertine e copripiedi.
Alle calze lavorate dalle mogli dei pastori di Scanno dedicò particolare attenzione Michele Torcia (Cfr. Michele Torcia, Saggio itinerario nazionale del paese dei peligni, Napoli, Senza editore, 1793), il quale descrisse le calze a pesciavino (a spina di pesce) lavorate a mano, con buona perizia, dalle mogli dei pastori di Scanno.
Nel teramano, a Cerqueto, a Intermesoli e a Pietracamela così come a Fara San Martino, nel chietino, molti anziani ricordano i cardalana ( detti anche scardassatori), (Cfr. Paolo Toschi, pagine abruzzesi, L'Aquila, Japadre,1970, tavola fuori testo; cfr. Marco Norarmuzi, Eustachio e Tecanera, Deltagrafica. 1993).
Pochi vecchi intervistati, invece, conservano memoria dei pesalana, lavoro che avveniva sempre alla presenza del proprietario del gregge, che controllava il peso.
Se per la tosatura occorreva la prestazione di pastori nel pieno delle forze, per la pesatura della lana e del formaggio si ricorreva, per risparmiare danaro, alle prestazioni dei pastori non più in forza per i lavori pesanti. Era, praticamente, un lavoro svolto in nero.
Sui cardatori o scardassatori ho rinvenuto qualche notizia e alcune testimonianze iconografiche attraverso la ricerca d'archivio.
Sui pesalana, invece, ha dato qualche risultato solo la ricerca sul campo intervistando alcuni pastori partecipanti alla Rassegna Ovina che si conclude il cinque agosto di ogni anno a Campo Imperatore e intervistando a Cerqueto i professori Adina Di Cesare a Angelo Mostrodascio, conduttori e restauratori del museo della civiltà pastorale di Cerqueto