L’Abruzzo è un popolo di pastori e contadini e ancora oggi mantiene ben saldo il legame con la propria terra, preziosa fonte di ricchezze. L’importanza del legame con la natura è sottolineata dalla riscoperta degli antichi mestieri da parte dei giovani abruzzesi, dalla crescente produzione del settore primario e dalla maggiore attenzione che si dedica a ciò che quotidianamente portiamo nel piatto. A tal proposito i cittadini dell’area vestina hanno voluto onorare il territorio aprendo una vera e propria Galleria del gusto, che è stata inaugurata lo scorso 7 settembre presso il palazzo dell’ex tribunale a Penne.
Ottimo esempio di collaborazione tra diversi enti quello che si è manifestato ieri presso l’imponente struttura sita nei pressi dei Portici Salconio, dove la COGECSTRE, rappresentata da Fernando Di Fabrizio, ha avviato la cittadinanza ad intraprendere il percorso di scoperta del nuovo palazzo del gusto. All’inaugurazione sono intervenuti i rappresentanti degli enti coinvolti, tra cui il Sindaco del Comune di Penne Rocco D’Alfonso che ha mantenuto la promessa fatta durante l’evento “Oltre l’Expo” del marzo scorso, concedendo a professionisti di donare novella destinazione a queste stanze. Limitato l’intervento dell’amministrazione comunale, di cui era presente anche l’assessore al turismo Ezio Giancaterino che si è dedicato al networking per il reperimento del materiale in loco, ma rilevante quello della Regione Abruzzo, rappresentata dall’assessore all’agricoltura e sviluppo rurale Dino Pepe, e del GAL Terre Pescaresi, rappresentato da Domenico Francomano, che hanno finanziato i progetti che avranno luogo nell’immediato. Tra i relatori anche il presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco, che si è congratulato per l’iniziativa, e Lorenzo Grazian, vice presidente della DMC Gran Sasso d’Italia, L'Aquila e Terre Vestine, società che si occuperà della gestione delle molteplici attività in programma.
Gli spazi che un tempo erano colmati dal tribunale oggi sono stati destinati ad ospitare la fonte della vita abruzzese espressa sotto diverse forme: mostre, attività, laboratori e molto altro, renderanno la vita ad un posto abbandonato da anni. Il palazzo diverrà un polo di aggregazione turistica e culturale, ospitando le eccellenze abruzzesi tipiche del territorio vestino, e si tramuterà nel luogo di condivisione cittadina dove ognuno potrà apportare il proprio contributo (come è avvenuto con gli elementi di allestimento derivanti da collezioni personali di alcuni pennesi) e accrescere il bagaglio storico e culturale. Attualmente vi è allestita la Galleria del gusto Terre Vestine e Le strade dell’olio, dove si potranno conoscere la qualità e il processo produttivo di olio, vino, pomodoro, miele, lana, formaggio e farine mostrati direttamente dai produttori locali; in seguito verranno ospitate ulteriori mostre e aperti laboratori di degustazione e di artigianato per la riscoperta di antichi mestieri, come quello per il recupero dell’arazzeria vestina realizzato dalle tessitrici originali degli anni 70.
Serata di grande festa per Penne, che ha risposto positivamente al richiamo della propria terra, mostrando un entusiasmo che per troppi anni è rimasto assopito, impedendo ad ognuno di condividere la vita cittadina proprio come si faceva una volta, quando si viveva con i soli frutti della terra, vigeva la regola del “ciò che mio è tuo” e si lasciava la chiave nella toppa a dimostrazione dell’unica grande famiglia quale era il paese. Le autorità hanno aperto le danze e ceduto la scena al documentario “L’albero senza tempo, un viaggio nel paesaggio dell’ulivo” di Fernando Di Fabrizio, seguito da una degustazione guidata da parte della Scuola del Gusto Abruzzo che ha concesso ai presenti di apprendere le basi della cultura del nostro cibo. A conclusione sono stati i ragazzi del gruppo Lu Passagalle a dar la buonanotte alla rinascente società pennese, con canti della tradizione popolare rivisitati in chiave moderna, emozionando, divertendo e riportando alla mente eventi e personaggi a molti noti, mentre ad altri sconosciuti (ancora per poco).