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Allarme parcheggiatori abusivi

Estate da bollino rosso per la piaga sociale che attanaglia cittadini e respinge i turisti. Analisi tra ironia e serietà

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Con l'arrivo del gran caldo e in piena estate, il fenomeno dei parcheggiatori abusivi dilaga sempre più. A Pescara sono diverse le zone colpite: ex Fea, area di risulta, riviera nord, riviera sud, zona mercato ittico, ecc. Ogni spazio lasciato vuoto può essere uno spazio concesso a questi individui. Possono trovare terreno fertile in aree abbandonate o meno. Anche le fasce orarie condizionano la loro presenza sulle strade. Infatti, la carovana di abusivi approda anche in zone, fino ad una determinata ora amministrate, per il parcheggio, da società addette. L'esercito di abusivi arriva quindi dopo l'orario di competenza di queste società, pronti a battere cassa. Non solo, l'auge della maestria di questi 'professionisti' giunge quando, il cittadino, paga sia la sosta a pagamento (gestita dal pubblico) sia il losco personaggio che perlustra quella zona furtivamente. Parlare di "emergenza" parrebbe banale, in quanto il fenomeno risulta essere stagnante. In Italia sono diverse le soluzioni messe in atto dalla spontaneità dei cittadini: video esilaranti, app per cellulari che segnalano dove si trova il parcheggiatore, ecc.

Il macroproblema - come già detto, conosciuta fin troppo bene, sia da cittadini che amministratori, la questione fa purtroppo parte di un arcipelago di tanti altri fenomeni che affliggono il territorio pescarese e non solo: venditori ambulanti "su strada"; venditori ambulanti "in spiaggia"; venditori occasionali "da concerto" o, più in generale, "da evento", che affiorano e spuntano coerentemente in mezzo alle folle; questuanti da "parrocchia", questuanti "da semaforo"; oppure gli stimatissimi venditori "da rose rosse", che condividono la passione per la floricoltura e per Massimo Ranieri con i propri clienti, col sorriso stampato sulla bocca.

Come riconoscerli - Tornando alla figura del parcheggiatore, un po' mitologica, metà uomo, metà abusivo, il popolo che ne prende parte è multietnico, parla più lingue, sorride, minaccia, sbuffa, assilla, fuma. Non ha un colore della pelle nè un accento predefiniti. Può avere il berretto oppure no. Veste solitamente trasandato, e cammina avvicinandosi alla preda con passo ondeggiante. Se state provando fastidio o irritazione siete di fronte ad uno di loro.

Cammina nell'ombra e si avvicina quando meno te lo aspetti, ma potete tirare un sospiro di sollievo non appena entrati in auto e chiusi finestrini e sicure della portiera. Al massimo, potrete sentire in sottofondo qualche sua bestemmia nella propria lingua natìa e contemporaneamente leggere nei suoi occhi la sconfitta, mentre vi accingete ad accendere il quadro e inserire la marcia per sgommare via.

Le sue richieste rientrano in un catalogo che potete comodamente 'sfogliare' nelle testimonianze delle vittime dei parcheggiatori. Potrà chiedervi, quando vi va bene, una sigaretta o qualcosa a piacere. Quando incontrate invece il professionista da generazioni, non avete scampo: lui vi presenterà un tariffario (c'è anche chi lo applica a seconda del numero di ruote del vostro veicolo) e non potrete opporvi. Vi resta solo che andarvene e cambiare zona, sperando di non incrociarne un altro. Non sono ammesse trattative sul tariffario o polemiche, nè tantomeno rifiuti di pagamento. Già saprà cosa fare in quel caso: foratura pneumatici, rigature, percosse o altro. Lui può definito come "Cintura nera".

Il parcheggiatore, in genere, lo vedi da lontano, ma più ti avvicini più penetra nell'ombra, approfittandosene delle tue false speranze di non incontrarlo. C'è anche il parcheggiatore 'Peppa pig', innocuo, buono proprio come Peppa Pig, che colpisce la sensibilità del cliente con menefreghismo verso il suo ruolo, mettendo in vetrina pietà e disperazione e dunque non chiedendo alcuna somma. Dandogliela, è dopo un po' che capisci che ti ha fatto fesso.

Ricapitolando, quindi, c'è: "Cintura nera"; il parcheggiatore "Peppa pig" e poi c'è anche chi si organizza in gruppo mostrando i "muscoli" al cliente. Lì, è un capo a coordinare il tutto; ad obbedire invece i suoi scagnozzi. Il gruppo, detto metaforicamente, il parcheggiatore "Piovra", si trova al primo gradino della scala gerarchica. Caratteristica principale della "piovra" è la disseminazione dei propri tentacoli (scagnozzi) a distanza di pochi metri in modo da intimorire il cliente.

La vittima consenziente - questa classe di cittadini prova piacere nel pagare il parcheggiatore abusivo ed arricchirlo. Sguazza in un contesto di illegalità e immobilismo che lo pervade. Non riconosce i propri diritti, anzi, non li conosce. Instaura inoltre un rapporto del tutto personale col parcheggiatore, che, in alcuni casi, può diventare "il parcheggiatore abusivo di fiducia". I processi di fidelizzazione reciproca sono un rebus per chiunque analizzi il rapporto. La vittima consenziente si interessa della vita del parcheggiatore, della sua salute, dei suoi affari, ecc. Suo obiettivo non è ottenere sconti dal parcheggiatore, ma aiutare a 'legalizzare' la posizione lavorativa del parcheggiatore.

Come evitarli - per evitarli dipende sempre chi hai di fronte, se una "piovra", se una "cintura nera" o uno "peppa pig". Se il cliente vuol farsi furbo, deve innanzitutto riconoscere di quale categoria fa parte il parcheggiatore. Da lì, attuare una strategia già studiata. Ad esempio: girare largo o scappare; dirgli che a pagare, paghi dopo (quando non sarà così); per gli amanti del rischio, (non pagando) rischiare di ritrovare la macchina o una parte di essa, integra; sfidarli, chiamando i carabinieri o polizia; corromperlo con qualcos'altro; far finta di essere vecchi amici; mostrare con aria e tono di voce duri, un finto tesserino da poliziotto; fingere che la macchina è di un proprio amico; ecc.

Insomma, c'è anche da divertirsi di fronte ad un parcheggiatore abusivo. Sicuramente dopo questa tragicomica analisi, saprete meglio affrontare questo problema quotidiano.
Per ora, in bocca al lupo, a tutti gli moto/automobilisti.

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