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Penne si emoziona per la riapertura del Parco Caracciolo

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Incredulità e commozione hanno dominato la serata di venerdì 12 giugno, quando un gran numero di pennesi si è ritrovato all’interno del palazzo Caracciolo per festeggiare la sua riapertura al pubblico. Dopo anni di buio è tornato a risplendere per alcune ore, divenendo un palcoscenico dove attori di diverse generazioni hanno interagito confrontando passato, presente e futuro ed esprimendo il desiderio comune di riottenere uno dei beni preziosi del paese.
Una conferenza di presentazione, in cui hanno preso parola i protagonisti di questo avvenimento speciale, ha suscitato interesse e trasporto tra i presenti che alle lacrime di gioia hanno unito il forte sentimento di rabbia nei confronti delle autorità e di chi avrebbe dovuto prendersi cura della struttura, che invece è stata abbandonata per anni. Il presidente dell’Università della LiberEtà “Nicola Perrotti” Tito Viola, oltre a presentare l’evento, ha sottolineato come la sinergia tra le associazioni del territorio porti ottimi risultati, e una tale dimostrazione basterebbe come garanzia per dare in gestione l’intera area a chi ha preso a cuore la “causa Caracciolo”. A lodare l’operato dell’Università, di Italia Nostra e del FAI è stato anche il Sindaco Rocco D’Alfonso, che ha riconosciuto il loro impegno per il mantenimento delle tradizioni popolari ed ha espresso il desiderio di destinare il palazzo alla cultura, rendendolo centro polifunzionale gestito da coloro che rappresentano la pura espressione della società civile. Il Consigliere delegato al Patrimonio storico e ambientale Daniele Toppeta si è concentrato sull’aspetto burocratico, riportando i tentativi fatti in passato per il riscatto, come la proposta presentata alla Regione (attuale detentrice) per la trasformazione in Parco sociale ed esponendo altre possibilità in attesa del passaggio di proprietà. Il presidente di Italia Nostra Antonio Di Vincenzo ha fatto un excursus storico sulle famiglie a cui è appartenuto il parco, mostrando l’importanza culturale e sociale a livello nazionale; la sua associazione si occupa della valorizzazione del patrimonio della città, di cui da anni ha il desiderio di far risplendere i polmoni verdi (tra cui rientrano il bosco di Colleromano e l’area verde del convento dei Cappuccini) e spera questo sia l’effettivo principio per un percorso di rinascita. L’aspetto ecologico è stato curato dal paesaggista e botanico Alberto Colazilli che ha illustrato brevemente la preziosa flora presente nell’eco-museo che, se non curato a dovere, rischia di perire a causa delle nocive piante invasive e della maleducazione di quella fetta di cittadini insensibili. Notevole l’intervento del FAI, rappresentato dal delegato provinciale Rosaria Chicchirichi Morra e delegato di Penne Fabio Di Simone, che con molta umiltà hanno narrato il fondamentale intervento svolto da parte dei loro soci per il recupero del bosco; il loro obiettivo era quello di far conoscere le meraviglie di Penne ai pennesi e di avvicinare quante più persone possibili alla loro realtà, obiettivo raggiunto a detta di Fabio Di Simone e confermato da Tito Viola.
L’aria di festa ha colmato l’intero spazio Caracciolo in breve tempo, fondendo i ricordi di chi ci ha passato un’infanzia spensierata con il sudore di chi ci ha lavorato con passione e professionalità e il desiderio comune di poter continuare a sorridere tra quelle mura. Ogni presente ha dato il proprio contributo, ma la forza più grande è rappresentata dai volontari che hanno ripulito l’area per poterla condividere con i loro concittadini, tra cui i volontari del FAI, affiancati dall’esperto Alberto Colazilli. I giovani volenterosi sono stati ringraziati in pubblico per l’amore che investono in tutto ciò che fanno e per la loro voglia di fare e creare un mondo partendo da zero; tra di loro spicca l’intervento di Rita Rossi che da sola è riuscita a far risorgere una delle pregiate palme del bosco.

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