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Le foto della quinta celebrazione del Sant'Antonio di Case Troiano a Villa Raspa

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L’eterna lotta di Sant’Antonio che, contrastando le tentazioni, vince il Diavolo, accompagnato dai canti tradizionali, ha ripreso vita nello scenario di Borgo Case Troiano che, nella sera della vigilia della festa, ha celebrato la sua quinta edizione della rappresentazione, tra la tradizionale benedizione del fuoco, dei pani e degli animali, cani, gatti, e maialini portati dai presenti per l’appuntamento annuale. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Fontevecchia, si è svolta alla presenza del professor Francesco Stoppa, presidente del Consorzio Tradizioni Teatine e dell’Associazione ‘Lu’ ramajette’ di Chieti.

“Tanta gente ha partecipato all’iniziativa, alcuni per la prima volta, per rivivere una manifestazione che fa sicuramente parte delle nostre radici e della nostra memoria, ma che in molti casi si sta perdendo – ha spiegato il Presidente dell’Associazione Fontevecchia Luciano Troiano –. Il nostro obiettivo è il recupero e la gelosa conservazione di quelle tradizioni e di quelle feste calendariali che nel secolo scorso hanno scandito la vita dei nostri nonni”.

Ad aprire le celebrazioni è stata l’esposizione delle tipiche coperte di lana abruzzesi, bianche e marroni o color amaranto, e l’allestimento dell’altare devozionale dedicato a Sant’Antonio con l’immagine del Santo circondata dalle arance e dalle luci. Quindi la celebrazione della Santa Messa nella chiesetta della Santissima Trinità, che, come tipico per il Borgo Case Troiano, è sempre officiata da un frate della Madonna dei Sette Dolori, in questo case Padre Egidio, seguita dalla benedizione dei pani, ciascuno dei quali è poi stato distribuito tra i presenti, pane della vigilia che viene poi consumato il giorno del 17 gennaio in onore del Santo.

Subito dopo Padre Egidio ha benedetto il falò, il primo dei quattro fuochi delle feste calendariali, preparato dai volontari dell’Associazione con rami, sterpi, rovi, frasche e canne secche, tutto materiale proveniente dagli orti e dai campi che hanno formato una piramide alta circa 10 metri, rivestita di rami di lauro.

“La tradizione vuole che tra le fiamme del fuoco i nostri nonni ritrovavano le immagini che, in qualche modo – ha spiegato il Presidente Troiano – davano una previsione di come sarebbero andate le stagioni successive in termini di fortuna o meno nei raccolti, e anche ieri sera ciascuno dei presenti ha ricercato quelle immagini ‘profetiche’ tra i lembi di fuoco”.

Benedetti gli animali presenti, è partita la rappresentazione del Sant’Antonio curata dal professor Stoppa, accompagnato dai canti delle Associazioni, guidate da lu’ ddu’ bbotte’ del maestro Adorino Graziani, ovvero la lotta di Sant’Antonio contro tre diavoli che, tra tentazioni e angherie, usciranno comunque sconfitti dal Santo e dall’arcangelo Michele, una rappresentazione applauditissima dal pubblico presente, che hanno riscoperto una parte della nostra storia.

A chiudere la serata è stata la distribuzione de Lu ’complimend’, ossia vino rosso caldo pepato di spezie e li cillitt’, dolce tipico a forma di uccellino preparato con ripieno di marmellata d’uva.

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