Un brodino per il Delfino, scusate la rima, ma tale si può considerare lo striminzito successo di sabato scorso contro il Pontedera, 1-0 ad opera del solito Davide Merola, che nonostante i tentativi di Cuppone per farlo restare a secco, alla fine un golletto è riuscito a segnarlo. Queste sono ormai le soddisfazioni che sono concesse alla tifoseria biancazzurra, lontane anni luce da quei mitici scontri contro avversarie di ben altro calibro, i cui ricordi restano tanto indelebili, quanto frustranti, visto ciò a cui è ridotto il Pescara.
Va dato atto al nuovo tecnico, Emmanuel Cascione, di essere riuscito, almeno nella prima frazione di gioco, a dare un minimo contegno tecnico a questa malridotta squadra, nonostante i pochissimi giorni di lavoro avuti a disposizione. Certo il prossimo avversario sarà il Cesena, per di più in trasferta, sabato 30 marzo alle ore 16:15 e, a meno di una clamorosa sorpresa pasquale, il risultato potrebbe essere molto diverso, ma ad ogni modo non farà molta differenza, giacché l’unico possibile obiettivo, a questo punto, è il quinto posto finale, al momento appannaggio di un Gubbio in calo di condizione e con soli tre punti in più rispetto ai biancazzurri, i quali dovranno però soprattutto guardarsi alle spalle, con Arezzo e Pontedera a una sola lunghezza in meno.
Sono sempre le vicende societarie a tenere banco però. La scorsa settimana si è parlato di una misteriosa, come al solito, mai che si possa palesare qualcuno o qualcosa, cordata americana, l’ennesima di una lunga serie, che, per finta o davvero, da diversi anni fa capolino nei momenti di volta in volta più bui di questa sciagurata gestione. Inutile commentare oltre, per il momento non abbiamo altro.
Ha fatto un minimo di clamore, invece, l’invito da parte di una televisione locale a nome del giornalista conduttore, non schierato, rivolto a Daniele Sebastiani di rispondere ad alcune domande postegli ad arte dal noto gruppo social di tifosi biancazzurri Quarantamila.it. Quando si è sparsa la voce che il monarca assoluto del Delfino avrebbe accettato tale invito, quasi nessuno immaginava sarebbe accaduto davvero, poiché egli, come sappiamo, è vero che non lesina di parlare ai microfoni, ma sceglie sapientemente solo quelli amici. Alla fine, facendosi per l’ennesima volta beffe di un ambiente con cui i rapporti si possono definire drasticamente e definitivamente chiusi, ha risposto sì, ma a debita distanza, seduto dentro la sua autovettura, sul ciglio di una strada, in videochiamata tramite smartphone. In questo modo è riuscito a sviare sapientemente le domande, semplicemente ribadendo i soliti suoi concetti ormai triti e ritriti, da cui traspare una sicumera fastidiosa, che però stavolta ha fatto indirettamente trapelare in maniera definitiva una certezza assoluta: chi vuole prendere il suo posto si dovrà accollare ogni debito fin qui da egli stesso creato, perché lui non rinuncerà nemmeno a un centesimo di quanto gli spetta. Di tutte le altre parole pronunciate ne facciamo ben poco, al massimo vale la pena sottolineare l’assoluta tristezza con cui ha cercato di giustificare l’allontanamento di Giorgio Repetto, il quale in diretta si è limitato a precisare di averlo provato a chiamare, senza ricevere risposta per un anno intero.
Insomma, dopo gli australiani, i canadesi, gli arabi e non ricordiamo più nemmeno chi o cosa, non resta che sperare negli americani per tornare ad essere un qualcosa di simile a una società di calcio che si preoccupi anche di quanto accade nel corso delle partite, oltre che sulle scrivanie, dopodiché resteranno solo gli extraterrestri, come ultima illusione.