Approfittiamo della forzata sosta del Delfino (ricordiamo che il derby con il Pineto sarà recuperato il prossimo 11 ottobre), reduce dalla soffertissima ma importante vittoria contro il Sestri Levante di martedì scorso, per affrontare un argomento molto sentito dalla tifoseria biancazzurra, da un anno a questa parte. Parliamo di un calciatore al suo secondo anno di permanenza in riva all’Adriatico, divisivo come pochi, infatti metà dei sostenitori locali lo adorano, mentre l’altra metà proprio non lo digerisce. Tanto determinante se in stato di grazia, quanto irritante nelle troppe occasioni in cui praticamente non ne combina una giusta. Come ormai avrete capito stiamo parlando di Luigi Cuppone.
Il ventiseienne attaccante, cui Zeman sta concedendo fin da inizio stagione l’occasione di giocare da prima punta, anche per le contemporanee assenze di Vergani e Tomassini, i quali sulla carta dovrebbero dividersi tale compito una volta rientrati dai rispettivi infortuni, rappresenta una vera e propria croce per noi giornalisti, giacché in qualsiasi modo lo si commenti nei post gara, per quanto in maniera chiaramente oggettiva, ci sarà sempre e comunque una buona parte di tifosi che reagirà male. In campo ci mette sempre l’anima e su questo nessuno nutre dei dubbi, ma i suoi clamorosi errori di mira e la quasi completa incapacità di creare assist per i compagni di reparto, hanno fatto perdere, molte volte, la pazienza a tanti supporters pescaresi. Lo stesso allenatore boemo si è espresso in maniera esplicita nei suoi confronti, chiedendogli pubblicamente di passare il pallone se lo specchio della porta appare chiuso, ma purtroppo il suo modo di giocare, improntato nell’essere arrembante, puntando l’area avversaria a testa bassa in qualsiasi occasione, non ammette deroghe.
Pur con le dovute differenze e proporzioni il suo apporto alla causa ricorda molto da vicino quello del mitico Álvaro Recoba, l’ex attaccante uruguayano dell’Inter tanto amato dal presidente Moratti, che nelle rare occasioni in cui decideva di mostrare tutto il suo talento (in media una partita ogni cinque), praticamente da solo le risolveva, salvo rivelarsi disastroso nelle altre.
La domanda è: può il Pescara, che, per ammissione esplicita sia di Sebastiani, sia di Delli Carri, punta con decisione a tornare in serie B, rischiare di perdere importanti punti per strada, dando fiducia a un calciatore così? Staremo a vedere, dipenderà tutto da ciò che deciderà, naturalmente, Zeman, soprattutto una volta rientrati i titolari di cui sopra, anche perché se è vero che da punta centrale il suo gioco in fondo potrebbe rendere, almeno quando centra lo specchio delle porte, posizionato sulla fascia si rischia di rivedere all’opera il Dottor Jeckill della scorsa stagione (e anche quest’anno ne abbiamo avuto degli assaggi, fatta eccezione per la prima gara, quando fu decisivo con una doppietta ai danni della Juventus Next Gen).
Chiudiamo questa parentesi con la speranza di aver fatto capire ai tifosi che nessun giornalista serio può prescindere dal raccontare i fatti per ciò che realmente sono, naturalmente dal proprio punto di vista, e che mai deve farsi condizionare da fattori emotivi. Cuppone è “solo” un calciatore quando scende in campo, un professionista che può anche essere amato o odiato dai tifosi, ma non dai giornalisti, che hanno il dovere di scindere simpatie e antipatie per poter ragionare in termini quanto più possibile oggettivi.
Il Pescara tornerà di nuovo in campo il prossimo lunedì 2 ottobre, quando allo Stadio Adriatico affronterà il Gubbio alle ore 20:30. Gli umbri al momento seguono gli abruzzesi ad un solo punto di distanza in classifica (con una gara in più). La sorpresa di questo girone B, nel frattempo, è la Torres, capace di vincere tutte e cinque le gare fin qui disputate. Se si tratta di un fuoco di paglia o, invece, sarà la squadra da battere in questa stagione, lo scopriremo nelle prossime settimane, magari proprio fra un mese esatto, allorquando i sardi giungeranno da queste parti, per sfidare i biancazzurri nella decima giornata.