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Il Lunedì del Delfino

Mentre il Delfino continua ad annaspare nonostante il cambio tecnico, anche la gloriosa pallanuoto alza bandiera bianca

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Dedichiamo, eccezionalmente, alla seconda parte dell’editoriale la disamina sul momento no del Delfino, per affrontare un altro grave problema (sportivo) che da alcuni anni attanaglia la città di Pescara: i fallimenti e le mancate iscrizioni ai vari campionati di tutte le attività agonistiche che, in qualche modo, hanno fatto la Storia di questo Comune. Dopo, citandole in ordine sparso, le defezioni della pallacanestro (sia maschile sia femminile), della pallavolo, della pallamano, del calcio a cinque e, perché no, del football americano, è arrivato il turno anche della pallanuoto, ovvero di quello sport che ha fatto conoscere Pescara in Europa e nel mondo, forse (sicuramente?) più di quanto non sia mai riuscito nemmeno il calcio, nei suoi (rari) momenti di splendore.

Pomo della discordia l’ormai ex mitica piscina de Le Naiadi, un complesso a suo tempo invidiato a livello nazionale, divenuto negli ultimi decenni motivo di vergogna e disonore (almeno così dovrebbe essere in un mondo normale) per chiunque, politici e imprenditori, ne siano venuti a contatto. La mancata iscrizione al campionato di A2, a detta della società guidata da Cristiana Marinelli, è da imputare stavolta all’assordante silenzio della Regione Abruzzo, invano sollecitata per settimane, in merito appunto alla gestione del celebre complesso sportivo. Non spetta certo a noi entrare nel merito della questione, dato che la Storia insegna che le colpe non dimorano mai in un unico luogo, ma sottolineare quanto sia scarsa l’attenzione della politica e dell’imprenditoria locale verso le attività agonistiche competitive, questo invece è compito (anche) nostro. Senza società sportive in grado di offrire, oltre al sano divertimento, un impulso ai giovani in termini di educazione civica e impegno, anche l’economia è destinata a fallire miseramente: è solo questione di tempo! Quest’ennesima débâcle dovrebbe far ricoprire di vergogna ogni imprenditore di medio-alto livello che opera nel pescarese e, con loro, anche tutta la politica che è cresciuta ed è stata eletta anche grazie al supporto di questi personaggi, tanto ricchi in termini monetari, quanto poveri di contenuti morali. Se pensiamo poi che l’ultimo scoglio a cui aggrapparsi è la Pescara Calcio del mercante-ragioniere Daniele Sebastiani, beh c’è davvero di che rammaricarsi per chi ha la residenza e/o i natali in questa città, che potenzialmente avrebbe (e ha avuto) un DNA tale da poter addirittura dettare legge a buoni livelli (quanto meno provinciali) agonistici. Quando anche il calcio ammainerà la sua virtuale bandiera, non resterà più nulla di aggregante e il processo di desertificazione sportivo sarà alfine completato. A quel punto spetterà ai tanti tifosi rimasti orfani dei propri colori stabilire se continuare a consumare comunque prodotti locali o preferire rivolgersi altrove, in una sorta di vendetta consumistica!

Da una tristezza all’altra eccoci infine “costretti” a disquisire del povero Delfino. Dopo l’esonero di Nicola Legrottaglie, in logico anticipo rispetto a quanto avevamo annunciato nello scorso editoriale, la società ha affidato il timone ad Andrea Sottil, ennesimo carneade a basso costo, fino al termine della stagione. Se i primi minuti dello scontro salvezza contro il Perugia di Serse Cosmi, sembravano aver dato ragione a questa scelta (veloce uno-due con reti del redivivo Galano e di Maniero, oltre ad una clamorosa occasione per triplicare mancata da Pucciarelli), invece il finale di primo tempo (due reti umbre per il definitivo pareggio) e la scialba ripresa, hanno confermato che questa Rosa è proprio di basso livello tecnico (almeno dal momento in cui Machin fece le valigie in direzione Monza). Certo, l’aver finalmente schierato Palmiero, l’unico in grado di provare almeno a verticalizzare il gioco, ha evidenziato quanto fossero inopportune e, per certi versi, inspiegabili, le scelte dell’ex allenatore della Primavera. La classifica ci vede al momento con un solo punto di vantaggio sulla zona play out, a cinque giornate dal termine del campionato. Lo scontro di stasera a Venezia (i lagunari condividono al momento con i biancazzurri e la Cremonese la sestultima piazza) sarà all’insegna della paura per entrambe le compagini, che in caso di sconfitta precipiterebbero nel virtuale inferno della probabile retrocessione. Il pareggio, che rinvierebbe ogni giudizio alle prossime gare, appare come il risultato più probabile, ma nel calcio, soprattutto a queste temperature e condizioni, nulla può essere scontato a priori. Di seguito, poi, venerdì 17 luglio, nel terribile orario delle 18.45 (unico anticipo della 35ª giornata, che per il resto si disputerà alle 21), sarà il Frosinone a testare le velleità di salvezza del Delfino. I ciociari saranno affamati di punti per riuscire ad ottenere il miglior piazzamento possibile in vista dei play off promozione, ennesimo cliente non facile, quindi. Rimandiamo a lunedì prossimo, pertanto, con tre sole gare da disputare rimaste e dopo aver verificato se la “cura Sottil” avrà prodotto un minimo dei risultati attesi, ogni possibile giudizio e pronostico. Per ora non resta che affidarci alla buona sorte, forse l’unica vera alleata rimasta (?!) a Daniele Sebastiani.  

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