Tutte le fosche nubi che la ripresa del campionato, post Covid-19, si erano addensate in riva all’Adriatico e che la, in fondo convincente, vittoria iniziale contro la Juve Stabia, aveva allontanato, sono ora tornate prepotentemente a minacciare l’immediato futuro del Delfino.
Il risicato e fortuito pareggio con l’Empoli e la sciagurata sconfitta di Cremona, hanno risucchiato i biancazzurri nelle zone buie della graduatoria. Anche quella che appariva essere l’arma in più del Pescara, ovvero la buona condizione atletica, non sembra ora in grado di fare minimamente la differenza, a causa della totale assenza di idee e di schemi. Nulla oltre uno sterile possesso palla.
Anche i non addetti ai lavori fanno fatica a comprendere l’insistenza di Legrottaglie nel non voler propendere verso un gioco fatto di verticalizzazioni. La squadra non è in grado di schierare un centravanti di ruolo, giacché l’unico in Rosa, Tumminello, non è mai stato disponibile, quindi i tentativi, per inciso quasi sempre vani, di aggirare le difese avversarie, non hanno senso. Evidentemente la sua presunzione, ostinata fino all’inverosimile, che in alternativa potrebbe anche essere scambiata per incapacità, lo portano, di conseguenza, a non schierare Palmiero e Melegoni, ovvero gli unici in grado di dare forma a quel gioco verticale adatto ai pochi attaccanti di movimento schierabili.
Anche il mercante ragioniere, travestito da presidente, Daniele Sebastiani, sembra essersene accorto, al punto da aver definitivamente messo in discussione la permanenza in panchina del suo (ormai ex) pupillo. L’ennesima scommessa finita male, insomma. La prossima gara, sfida fra le mura amiche contro il Perugia, molto probabilmente decreterà l’esonero del cattolico allenatore, a meno di una convincente vittoria, ipotesi al momento improbabile, sebbene il calcio non consegni quasi mai certezze in merito.
Il malumore dell’ambiente è parzialmente tacitato solo dal virus che ha etichettato in maniera indelebile questo 2020. Sicuramente il calcio non è al momento una priorità tale da giustificare clamorose forme di protesta, che diversamente avrebbero di certo avuto luogo. C’è da dire, anzi, che qualcuno addirittura, seppure con la morte nel cuore, è arrivato ad auspicare un’eventuale dolorosa retrocessione, forse l’unico evento che potrebbe liberare il Delfino da questa sorta di “non vita” vampiresca, condanna riconducibile all’ormai celebre addio di Giuseppe De Cecco nel novembre 2011.
Da quel momento le poche, effimere, gioie, sono sempre state oscurate da orrendi campionati o anche solo gironi (specie quelli di ritorno). Il continuo mercanteggiare di colui che ama definirsi come il miglior presidente della storia di questa società (…), ha condannato un ambiente che amava davvero questo sport, come quello pescarese, a convivere con delusioni e figuracce, spesso davvero poco edificanti. Grazie a Daniele Sebastiani, però, almeno è stato definitivamente risolto uno dei dubbi amletici che, da sempre, assillavano l’umanità: si può vivere senza vergogna? Ebbene la risposta è sì! Pare proprio che sia possibile!
Non avendo, forse, un presente e con un futuro sempre più grigio alle porte, per il popolo biancazzurro non resta che aggrapparsi alle imprese del glorioso passato. Fra esse, certamente non la più nota, ma senz’altro epica, quella che racconta la vita, calcistica e non, del suo più prolifico e storico attaccante: Mario Tontodonati. Il bellissimo libro a lui dedicato, scritto con la passione di sempre dal noto giornalista Gianni Lussoso, sarà ufficialmente presentato il prossimo venerdì 10 luglio, a partire dalle ore 11, presso la Sala Consiliare del comune di Pescara, alla presenza, anche, del Sindaco Carlo Masci. Un’occasione davvero speciale per ritrovarsi e rendere finalmente omaggio a un uomo che ha amato e onorato la maglia biancazzurra forse più di chiunque altro.