Già prima delle conseguenze dovute alla diffusione del Coronavirus, per colpa del quale anche lo sport (al momento solo nel Nord Italia) e il calcio in particolare, stanno subendo degli stop, a Pescara era diventato difficile e frustrante parlare di calcio giocato, figuriamoci ora. Davvero impossibile immaginare come possano proseguire gli svolgimenti regolari dei vari campionati, incluso chiaramente quello di serie B, se non con gare disputate a porte chiuse. In teoria ciò potrebbe addirittura avvantaggiare il Delfino, che da qui al termine della stagione avrebbe, in ogni caso, disputato le partite interne quasi senza pubblico, ma anche questa considerazione di certo non può consolarci.
Questo perché ieri sera, dopo l’ennesima sconfitta, stavolta a Crotone contro la lanciatissima squadra di Giovanni Stroppa, appare quasi ridicolo riuscire a immaginare un positivo prosieguo di campionato per i biancazzurri. Basta osservare gli sguardi smarriti dei giocatori in campo per meglio comprendere l’attuale situazione. I singoli episodi, poi, fotografano ancora meglio il contesto. Sull’uno a zero per i padroni di casa, il neo acquisto Božinov non trova di meglio che farsi espellere per proteste dalla panchina. Il “salvatore della patria” dovrà quindi rimandare a data da destinarsi il suo esordio con la maglia del Delfino. Addirittura dopo il tre a zero per il Crotone, l’arbitro dimostra chiaramente quale sia lo spessore di rispetto nei confronti del Pescara, negando un netto e clamoroso rigore a Bocic, stretto nella morsa da due difensori calabri, in piena area. Ad inizio ripresa poi, il neo entrato Gennaro Borrelli, che aveva preso il posto dell’ormai ex calciatore Del Grosso, dopo pochi secondi veniva, stavolta giustamente, ammonito per un inutile fallo su un difensore avversario. Il resto della gara un inutile strazio, per il 4-1 finale (goal della bandiera dello spettro Galano).
Con due soli punti di vantaggio dalla zona play out, restrizioni per il coronavirus permettendo, domenica prossima all’Adriatico sarà di scena l’Ascoli, per un derby che ha già il sapore quasi di ultima spiaggia (per Legrottaglie sicuramente). L’opera di distruzione iniziata dieci anni or sono dal signor Daniele Sebastiani sta per raccontare i suoi ultimi, penosi, capitoli. Bisogna iniziare a pensare a cose più serie e nemmeno dal calcio un sorriso potrà rallegrare i volti degli sportivi biancazzurri. Che ben triste destino per questa maglia, che solo pochi anni or sono fece brillare gli occhi al mondo intero, grazie allo spettacolo offerto da quella Zemanlandia costruita da Giuseppe De Cecco, poi eclissatosi, tradito dalla serpe in seno, che egli stesso aveva voluto con sé.