Le dichiarazioni alla stampa di Mister Zauri fanno discutere, non perché polemiche o irrispettose, come accade ad alcuni suoi, anche ben più illustri, colleghi, quanto per l’ingenuità, causata forse dall’inesperienza, di ciò che le sue parole ci hanno trasmesso. Dopo il pareggio casalingo del Delfino, sabato scorso in casa contro la capolista Virtus Entella, probabilmente con la coda di paglia nata dalla consapevolezza di non aver espresso un bel gioco, ha tranquillamente affermato che “…nessuno mi ha chiesto di vincere il campionato…”. Questa sua uscita merita un approfondimento importante, perché potrebbe spiegare bene anche ai profani cos’è il calcio oggi a Pescara e, in fondo, quasi ovunque.
Partiamo dal soggetto della sua frase, ovvero “nessuno”. Cosa intendeva Luciano Zauri? Che non glielo ha chiesto nessuno fra tutti coloro i quali hanno incrociato il suo cammino e il suo sguardo da quando è diventato l’allenatore del Delfino? Beh, in questo caso potrebbe anche aver ragione, in fondo, come chiunque, anche lui nel privato parlerà solo o quasi con gli amici e i parenti, mica con tutto il mondo … e riteniamo difficile che uno di questi gli abbia potuto “chiedere” espressamente di vincere il campionato, o magari se lo ha fatto lo avrà considerato un incoraggiamento, una battuta, un “tanto per dire”, quindi Zauri non l’ avrebbe considerata comunque una richiesta ufficiale. Un’ulteriore possibilità, forse più realistica, presuppone che lui intendesse “nessuno” della società (in pratica il padrone unico, Daniele Sebastiani)? Certo, ma se così fosse allora avrebbe dovuto essere più esplicito e meno generico, affermando che il suo datore di lavoro non glielo ha chiesto, quindi per lui (e per tutti di conseguenza …) va benissimo così e sarà sufficiente una tranquilla salvezza per portare a casa la pagnotta! Di ciò che pensano i tifosi, invece, a chi interessa? A “nessuno”, appunto …
Riassumendo pertanto lo Zauri-pensiero (mutuato naturalmente dal Sebastiani-pensiero), i tifosi biancazzurri dovrebbero acquistare abbonamenti, biglietti o ticket televisivi, per seguire la loro squadra, ma senza poter minimamente, non diciamo pretendere, ma anche solo chiedere, di provare a vincere il campionato o, quanto meno, di esprimere un bel gioco? A tal proposito ricordiamo che fu proprio il Mister, tempo fa, a dichiarare quanto fosse importante veder giocare bene la sua squadra, a prescindere dai risultati. Il problema, caro Zauri, è che questa squadra, almeno finora, non ha nemmeno lontanamente prodotto l’idea di un bel gioco! Se ci ritroviamo in una tutto sommato discreta posizione in classifica dopo le prime quattro gare, è frutto sicuramente di una discreta dose di fortuna, oltre che, questo bisogna ammetterlo, di una indiscussa intensità che alcuni elementi riescono a mettere in campo, anche se solo a tratti. Aggiungiamo, come spesso ci capita di ricordare da anni, la pochezza tecnica di alcune formazioni del campionato cadetto ed ecco che si spiegano gli attuali sette punti in graduatoria.
Certo, la stagione è appena iniziata, può darsi che un po’ alla volta le idee che il suo allenatore ha in mente riescano anche ad attecchire nelle teste e nelle gambe dei giocatori, cosa che sicuramente ci auguriamo, ma nel frattempo eccoci costretti a subire, in maniera ogni anno sempre più evidente e sfacciata, il “così è se vi piace, altrimenti non seguiteci” di Daniele Sebastiani e della sua corte, agevolati in questo dalla quasi totalità della stampa locale, per lo più intenta a stendere i panni risciacquati dal presidente e cercare di operare un premuroso lavaggio del cervello alla tifoseria. Ci stiamo però accorgendo che, con il passare del tempo, anziché diminuire l’intensità e il numero di coloro che contestano le politiche societarie, questi stanno aumentando, per fortuna. Sono sempre meno numerosi i tifosi disposti ad accettare lo status quo imposto e sempre di più quelli che si stanno accorgendo di come siano “standardizzate” le campagne acquisti e vendite, tanto per fare un esempio. La platea che segue i reggitori di microfono locali non conta più molti adepti e non è detto che, proseguendo in questa maniera, presto o tardi vedremo questi ultimi senza più spettatori.
Polemiche a parte, il Pescara visto all’opera l’altro ieri ha mostrato, fra gli altri, il più scontato dei limiti che si potessero appalesare, alla luce dell’infortunio toccato a Marco Tumminello: in zona d’attacco è letteralmente spuntato! Né Brunori Sandri né, tantomeno, Maniero, sembrano minimamente in grado di mettere in difficoltà le pur non proprio inespugnabili difese avversarie. Fatto sta che, almeno fino alla fine del girone d’andata, Luciano Zauri, da bravo dipendente aziendalista, dovrà arrangiarsi con il materiale umano attualmente a sua disposizione (incrociando le dita che non capitino altri infortuni, chiaramente), facendo buon viso a cattivo gioco (in tutti i sensi per ora …). Vorremmo tanto sbagliarci, ma temiamo che non saranno poche le partite in cui il Delfino dovrà faticare parecchio per uscirne indenne. Ci sentiamo quindi in dovere di consigliare al Mister una più attenta preparazione, rivolta alle interviste che dovrà concedere. Lo diciamo per lui, perché a noi, in fondo, la sua schiettezza aiuta a meglio focalizzare ciò che accade dietro le quinte.
I prossimi due impegni saranno ravvicinati: già domani, alle 21, i biancazzurri scenderanno in campo al Tombolato di Cittadella, per il primo turno infrasettimanale della stagione; solo tre giorni dopo, a far visita all’Adriatico, nell’anticipo del venerdì sera, per la sesta giornata, sarà il Crotone degli ex Giovanni Stroppa (allenatore) e Ahmed Benali. Queste due gare chiuderanno gli impegni settembrini, mentre ottobre si aprirà poi con il derby di Ascoli.