Un Lunedì del Delfino fuori dagli schemi quello odierno. Per una volta l’argomento “calcio” avrà uno spazio marginale. Avrete certamente notato il logo di copertina pubblicato al contrario e … no, non si tratta di un errore, vuole invece rafforzare l’idea, al centro di quest’articolo, di come in questo strano Paese, l’informazione può facilmente essere manipolata, al punto da riuscire troppo spesso a (di)mostrare l’opposto della verità.
Come molti di voi sapranno, esiste un indicatore mondiale della libertà di stampa, una metodologia che annualmente porta a stilare una classifica fra tutte le nazioni del pianeta. L’Italia, la patria di quella che è universalmente riconosciuta come forse la migliore Costituzione del mondo, all’articolo 21 della medesima così recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa – prosegue – non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. […] La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. […]”. Con un simile presupposto dovremmo navigare nelle zone altissime della graduatoria e, invece, ci troviamo in questo momento al 46° posto! In buona compagnia, va detto ironicamente, visto che ci precedono di una posizione gli Stati Uniti (anche lì sono in stranamente in possesso di una celebre Costituzione …), mentre subito dietro di noi troviamo nazioni quali il Belize, il Botswana, le Comore, Senegal, Tonga e così via. Fra le nazioni europee riusciamo a precederne solo qualcuna dell’Est, oltre a Grecia, Malta e Cipro … Direi che non siamo messi molto bene.
Quali sono le cause di questa poco edificante situazione? Il metodo si basa su vari fattori, che poi mescolati fra loro, portano, come detto, alla succitata classifica. Scorrendo l’elenco degli elementi considerati, notiamo che il primo è il pluralismo e, tutto sommato, su questo potremmo anche dire di non avere grandi problemi, ma già al secondo siamo costretti a fermarci, riflettiamo e già facilmente riusciamo a capacitarci del nostro poco onorevole 46° posto: l’indipendenza dei media! Fatta eccezione, credo, per Il Fatto Quotidiano, dietro ogni testata cartacea, televisiva o radiofonica, ci sono imprenditori privati che, inevitabilmente, controllano e manipolano ciò che è proposto al pubblico. Questi assumono solo giornalisti che hanno la tessera dell’Ordine, i quali, essendo stipendiati, per quanto possano dichiarare la loro indipendenza intellettuale, anche se non lo ammetteranno mai, lavorano con una spada di Damocle ben piantata e penzolante sulle loro teste. Se il loro padrone la pensa in un certo modo, rispetto a fatti di politica, attualità, ambiente (quest’argomento, per inciso, è il terzo degli elementi di cui sopra) e altro, pensate forse che essi abbiano la possibilità di esprimere eventuali pensieri contrari? In effetti, sì, potrebbero, ma in questo modo metterebbero seriamente a rischio il loro posto di lavoro.
Orbene, tutto ciò premesso, spieghiamo ora il motivo di questa inedita, per un editoriale di stampo calcistico, considerazione. All’indomani della recente sentenza di assoluzione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, sono iniziati a volare i cosiddetti stracci. Il M5S, che dall’inizio di questa vicenda giudiziaria, ha dovuto subire gli attacchi, spesso violenti, di parecchie testate controllate dai loro “nemici” politici, tramite alcuni dei suoi esponenti di punta, ha esplicitamente puntato il dito contro questi accusatori, a loro avviso manovrati come burattini. Immemori di aver offeso per due anni una persona che non era ancora stata giudicata e condannata, oggi questi tesserati dell’OdG, fiutano il pericolo, consapevoli che i pentastellati avevano inserito nel loro programma elettorale l’abolizione di questo paradossale e, aggiungiamo, unico al mondo, sistema di controllo dell’informazione. Qui a Pescara, domani mattina, davanti alla Prefettura in Piazza Italia, metteranno in scena un flash mob per, udite udite, la “libertà di stampa”! Premesso che il M5S non accusa i singoli giornalisti, ma per l’appunto l’Ordine, la cui esistenza incide appunto pesantemente sulla loro stessa libertà di pensiero, ebbene, in maniera del tutto incoerente e contraddittoria, loro scenderanno in piazza per difendere ciò che li limita!
Per coloro che non ne fossero a conoscenza, il sottoscritto, ad esempio, ma non è l’unico, da sempre scrive in totale libertà e autonomia, proprio perché non in possesso di una tessera dell’OdG. Regolarmente iscritto alla Freelance International, guarda caso gli unici “problemi”, riguardano la concessione degli accrediti stampa, i quali sono concessi, quasi esclusivamente a chi possiede la tessera dell’OdG. In questo modo chi organizza può facilmente controllare chi scrive e informa, come sopra detto, il che ci riporta di nuovo alla famosa classifica …
Senza un Ordine (parola che di per sé già rimanda a qualcosa di oscuro) che controlla e dirige l’informazione, anche gli stessi che oggi ne fanno parte, quelli che sanno davvero come si fa questo mestiere, ovvio, ne troveranno giovamento e finalmente, anche loro, potranno mettersi davvero in discussione e raccontare ciò che un giornalista avrebbe il diritto e il dovere di fare: la verità! Ai lettori, ai cittadini, il compito di riflettere e stabilire cosa sia meglio per questo Paese.
Brevemente, ora, sul Pescara, che ieri sera è stato nettamente, almeno dal punto di vista del risultato finale (3-0), sconfitto a Palermo, perdendo così il primato in graduatoria, a favore proprio dei siciliani. Troppo preponderante fisicamente l’undici rosanero, su di un campo molto pesante a causa delle recenti piogge che hanno, purtroppo, drammaticamente colpito la regione nei giorni scorsi. Nulla di cui preoccuparsi, però, giacché i biancazzurri di Mister Pillon, soprattutto nella seconda frazione di gioco, hanno messo in seria difficoltà i padroni di casa, anche senza rendersi mai davvero pericolosi sotto porta. Ora ci attende una settimana di pausa, poi domenica 25 novembre, alle ore 15, l’Adriatico ospiterà l’Ascoli, per un derby sempre molto sentito dalle rispettive tifoserie. L’augurio è chiaramente scontato, in altre parole il ritorno immediato alla vittoria, così da poter proseguire con il sogno della promozione.