Dopo la pausa pasquale e i “festeggiamenti” per l’edizione n° 100 de IL LUNEDI’ DEL DELFINO, eccoci di nuovo a commentare le vicende, calcistiche e non solo, del Pescara.
Il nuovo allenatore, l’esperto Giuseppe “Bepi” Pillon, ha esordito con il promettente pareggio conquistato a Palermo. Purtroppo le rivali per la salvezza (ma questa squadra non aveva l’obiettivo minimo dei play off? …) hanno conquistato nel frattempo punti pesanti, così a fare da contraltare alla buona prestazione del Delfino, abbiamo la visione di una classifica ormai davvero preoccupante. Il mese d’interregno del dilettante Massimo Epifani, rischia di costare caro al sodalizio biancazzurro, soprattutto se gli attaccanti continueranno ad avere le polveri bagnate e i calci di rigore saranno ancora tirati in malo modo.
Il saggio Pillon, molto umilmente, si è subito reso conto che a poche settimane dal termine della stagione, l’unica possibilità era di affidarsi a … Zeman. In prima battuta, puntare immediatamente sul vecchio modulo, in altre parole l’unico conosciuto dalla Rosa a sua disposizione, che tutto sommato, fra alti e bassi, nonostante la scarsezza del materiale umano, almeno prima navigava verso tranquille acque di classifica. In secondo luogo augurarsi che la “mitica“ preparazione estiva del boemo, come di consueto iniziasse a fare la differenza con l’inizio della primavera. Bocciata quindi la spocchia di Massimo Epifani, che, malamente caricato a molla dal “suo” presidente, ha pagato a carissimo prezzo l’inesperienza a questi livelli, ben inciso non posseduta nemmeno nella sua precedente carriera di calciatore, al più panchinaro in questa categoria. Il gioco al risparmio di Daniele Sebastiani, che da sempre ha puntato sulla buona sorte per ottenere risultati sul campo, a differenza di quelli economici, sempre ben mirati e consapevoli, per l’ennesima volta non ha pagato, condannando i tifosi a un finale di stagione in sofferenza. L’imbarazzante Epifani, talmente inconsapevole del ruolo che gli era stato incautamente affidato da rilasciare dichiarazioni, lo ricordiamo, davvero farneticanti, fra un match e l’altro, ha molto probabilmente messo a serio rischio una possibile buona carriera nelle serie minori, con queste poche, ma in negativo, rilevanti settimane alla guida del Delfino. Da pescarese qual è, non possiamo che augurargli, invece, di riprendersi al più presto dall’incubo in cui era finito, consigliandoli di rimettersi presto in gioco, stavolta con tanta umiltà, la stessa che gli è assolutamente mancata durante questo tragico interregno.
Pur nel rimpianto del rigore clamorosamente sbagliato da Gaston Brugman, il pareggio in terra siciliana ha regalato al neo tecnico trevigiano una settimana di lavoro almeno serena, che gli consentirà di preparare al meglio l’importantissimo appuntamento di sabato prossimo, quando farà visita all’Adriatico il Bari di Fabio Grosso. Una compagine che sta sgomitando per raggiungere un posto in quei play off sognati da Sebastiani. Di solito in trasferta paga dazio, ma sicuramente giungerà a Pescara accompagnata da un pubblico caldo e numeroso, pronto a sostenere i suoi beniamini nell’arco dei novanta e più minuti di gioco. Lo stesso non si potrà dire del popolo biancazzurro, ormai disinnamorato e stanco. Il rischio concreto, pertanto, sarà quello di far sentire gli ospiti come a casa, quando, in genere, vincono facilmente. Un’eventuale sconfitta, ma forse anche un semplice pareggio, farebbe precipitare il Pescara come minimo in zona play out. Non abbiamo idea di quali potrebbero essere le conseguenze psicologiche di ritrovarsi in una così scomoda e, almeno inizialmente, del tutto imprevista posizione di classifica. Confidiamo nell’esperienza di Pillon, al quale non mancheranno gli ingredienti necessari per mantenere il più alto possibile un morale ormai minato, a prescindere dalle ovvie dichiarazioni grintose, che chiaramente nascondono paura, per un finale di campionato a rischio retrocessione.
Vorremmo e dovremmo disquisire anche delle vicissitudini del Calcio a 5, improvvisamente scomparso a Pescara, come dire dalle stelle alle stalle in meno di un anno, ma preferiamo attendere i successivi sviluppi. Danilo Iannascoli e Daniele Sebastiani, due personaggi molto differenti per carattere e vicissitudini, ma entrambi accomunati dall’essere avventurieri, forzatamente di passaggio da queste parti, perché certi estremismi non possono durare a lungo. La tifoseria biancazzurra si chiede fino a quando, nel frattempo non resta che soffrire.