Con il minimo sforzo il Delfino ha fatto sua la gara di Carpi. Gli emiliani, spuntati e poco incisivi, non hanno mai dato l’impressione di poter ripetere le rimonte subite dai biancazzurri nel recentissimo passato. La classifica e le statistiche, di colpo tornano a sorriderci: una sola sconfitta in sette giornate (nove gare ufficiali se aggiungiamo i due turni di Coppa Italia), rappresentano un ottimo punto di partenza per una squadra fin qui molto criticata. Zeman non ha mostrato particolare gioia nel dopo gara, lui sa bene che i suoi uomini hanno sì fornito una prestazione attenta e priva di sbavature, ma al contempo continua a latitare quel gioco avvolgente e ubriacante, tipico del suo credo. In un’unica circostanza si è visto e, guarda caso, ha portato alla rete decisiva di Christian Capone. La prospettiva che questa squadra possa migliorare parecchio, in termini di prestazioni collettive, ci porta a credere che nella lotta per la promozione, il Pescara dirà senz’altro la sua.
Il prossimo turno, che si disputerà nello scomodo orario delle 12:30 domenicali, vedrà il ritorno dei biancazzurri fra le mura amiche, dopo le due, proficue, gare esterne consecutive. Farà visita all’Adriatico il Cittadella, reduce da un’inopinata sconfitta casalinga per opera della Virtus Entella. I padovani vantano, però, gli stessi punti in classifica dei biancazzurri, di conseguenza saranno avversario ostico, un vero e proprio banco di prova, per dimostrare che la strada intrapresa sia quella giusta. I nuovi equilibri difensivi, frutto dell’esperienza di un Cesare Bovo ritrovato, che sarà senz’altro fra i più utili alla causa, nel corso della stagione, e della buona vena in fase d’interdizione del duo senegalese Coulibaly/Kanouté, sembrano poter ampiamente compensare le ancora tante assenze. Intanto mancherà Capone, impegnato con la nazionale Under 19 nelle qualificazioni europee della categoria, di conseguenza sarà assai probabile l’utilizzo dal primo minuto di Ahmad Benali, speriamo rinfrancato e di nuovo decisivo, dopo lo strano appannamento (qualche malumore interno?) delle ultime settimane. Anche Leonardo Mancuso sembra finalmente sulla via del recupero. L’esterno d’attacco è una delle pedine su cui il tecnico boemo intende fare maggiore affidamento, insieme con Simone Ganz, pertanto il suo ritorno potrebbe rivelarsi fondamentale.
Fin qui sul calcio giocato, ma fra le cronache locali, in questo periodo, tengono banco due notizie dal sapore agrodolce. Il progetto di costruzione del nuovo stadio, sembra finalmente aver imboccato una strada percorribile. Entro tre anni il Delfino potrebbe avere un nuovo e moderno impianto, dove poter assistere agli incontri finalmente in linea con gli standard più attuali. Al momento sorgono, però, parecchi dubbi, sia dal punto di vista economico (non si capisce bene chi dovrà affrontare le spese), che strutturale (solo 900 posti auto, ad esempio, oltre a quelli interrati e, quindi, riservati, sembrano davvero pochi per evitare intasamenti e fastidi). Si spera, inoltre, che per una volta gli intrecci fra politica e malaffare non vengano a turbare la realizzazione di quest’opera: viviamo in un Paese dove, ormai, dubitarne è almeno lecito e sicuramente preventivo. L’altro scottante argomento riguarda l’ormai eterna diatriba fra il Presidente Daniele Sebastiani e il socio di maggioranza, Danilo Iannascoli. Quest’ultimo, come tutti ben sanno, si è rivolto agli organi competenti, affinché facciano luce e chiarezza sui conti e le poste di bilancio del Delfino Pescara, con lo scopo, tutto sommato legittimo, di quantificare il reale valore delle quote. Le operazioni, a cura del consulente Massimo Mancinelli, incaricato dal Tribunale preposto, sono state fin qui rallentate dalle prese di posizione, legalmente esercitate, per opera dei legali di Sebastiani. Manovre ostruzionistiche operate al solo scopo di creare il maggior disagio possibile all’ormai ex amico, oppure c’è davvero qualcosa di poco chiaro, che si sta cercando di tenere nascosto, almeno il più a lungo possibile? I dubbi, in proposito, stanno certamente turbando l’ambiente, sebbene Zeman sia davvero un “mago” nel riuscire a tenere lontano dagli spogliatoi certe diatribe. I tifosi vorrebbero poter disquisire quasi esclusivamente di calcio giocato, ma i tempi, ahinoi, sono cambiati. Gli interessi che girano intorno e dentro il mondo del pallone, sono ormai tanti, forse troppi e ormai appare inevitabile che condizionino gli stessi campionati. Bisogna, inevitabilmente, adattarsi a queste nuove realtà, in fondo anche culturali, senza per questo perdere di vista ciò che accade sul terreno di gioco; privato del rettangolo verde, il calcio, come tutto il resto, sarebbe comunque inesistente, non dimentichiamolo mai e chi, come noi, opera giornalisticamente per il settore, ha sicuramente il dovere di ricordarlo ai tanti padroni di questo sport.