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Il Lunedì del Delfino

Da Lapadula a Coulibaly, in attesa dell'ultima spiaggia di Empoli

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Avevamo preventivato lo scorso lunedì una possibile sorpresa a favore del Delfino, fortunatamente non c’eravamo sbagliati. L’aver potuto assimilare con più tempo a disposizione gli schemi zemaniani, il recupero di alcuni giocatori fondamentali, quali Campagnaro e Bahebeck su tutti e, diciamolo pure, un pizzico di quella buona sorte finora quasi mai vista, hanno consentito di realizzare una piccola impresa e il pareggio contro la corazzata rossonera è il giusto premio per il lavoro finora svolto dal boemo.

Sabato prossimo la gara della verità, nell’anticipo delle ore 15 a Empoli, ci darà parecchie risposte, comunque dovesse terminare. Se la clamorosa vittoria contro il Genoa illuse, il pareggio di ieri consegna speranze, se non di salvezza, almeno di riuscire a terminare quest’infausta stagione in modo dignitoso. Complice anche l’imprevista vittoria del Crotone a Verona, contro un Chievo forse ormai già in vacanza, incredibilmente saranno proprio i toscani a rischiare maggiormente, perché non possono più accontentarsi di pareggiare, visto che i calabresi hanno ora solo cinque punti in meno e il vantaggio dello scontro diretto. 

Non resta che incrociare le dita, sperando che l’infermeria biancazzurra continui a svuotarsi e mai più riempirsi, perché anche questo appare ormai come un dato di fatto abbastanza ineludibile: se gli atleti maggiormente rappresentativi della Rosa avessero giocato e si fossero quindi allenati con maggiore continuità, qualche punto in più in classifica il Pescara oggi avrebbe potuto averlo e magari, chissà, eravamo in grado di raccontare una storia diversa.

In attesa di assistere alla gara della svolta, così almeno tutti si augurano, bisogna necessariamente spendere qualche parola per l’uomo, anzi il ragazzo, del giorno, quel Mamadou Coulibaly divenuto ormai il simbolo del riscatto per i tantissimi immigrati che fuggono quotidianamente dagli orrori della fame, della sete e delle guerre, salvo poi trovare una nuova patria che troppo spesso non è in grado di accoglierli. Dopo aver esordito a Bergamo, quindici giorni fa, Zeman l’ha proposto titolare ieri, con discreti risultati, soprattutto nella prima frazione di gioco. Il boemo, che ama plasmare i giovani, per farne grandi calciatori, con il centrocampista senegalese ha trovato, evidentemente, terreno fertile. Se sarà in grado di rimanere con i piedi ben piantati a terra e integrarsi a pieno con i suoi compagni, Coulibaly ha tutte le carte in regola per diventare il futuro leader del centrocampo biancazzurro e non solo. Sarà fondamentale tenerlo lontano dalle “sirene” dei grandi club, un rischio enorme da cui il tecnico e la società dovranno proteggerlo.

L’ultimo pensiero non può che andare, infine, al ritorno, sebbene da avversario, di Gianluca Lapadula. Che grande emozione averlo rivisto calpestare la “sua” erba, quello di uno stadio che l’ha lanciato nel mondo dei grandi, dopo una stagione, quella passata, a dir poco trionfale, anche dal suo personale punto di vista. Certo, se Hugo Campagnaro non ci avesse messo la classica “pezza”, letteralmente immolandosi con il suo corpo, sul tiro a botta sicura al 93’ del bomber oggi rossonero, forse avrebbe lasciato l’amaro in bocca ai tifosi pescaresi, per fortuna quindi che il cerchio non si sia chiuso, con il più classico dei goal dell’ex. L’occasione è buona anche per ripetere, come spesso c’è già capitato nei mesi precedenti, quanti rimpianti abbia consegnato la sua troppo frettolosa cessione. Fosse rimasto un altro anno a Pescara, di certo avrebbe potuto disputare il suo primo campionato in A da titolare inamovibile, anziché fare la riserva a Bacca in maglia rossonera e chiaramente, anche lo stesso Delfino avrebbe beneficiato del suo apporto e delle sue reti. Inutile piangere sul latte versato, certo, ma quanti, forse davvero troppi, rimpianti, saremo costretti a elencare dopo il fischio finale dell’ultima gara stagionale?

Per chiudere, abbiamo deciso di lanciare una sorta di grido di battaglia in vista di sabato prossimo e, giusto per rendere omaggio al Milan appena affrontato, lo facciamo citando una celebre frase di uno dei suoi più famosi allenatori, “el Paròn”, Nereo Rocco: chi ha paura resti nello spogliatoio.

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