Zeman lo aveva sottolineato in settimana, questa squadra manca della grinta necessaria per affrontare i novanta minuti di gara. Difetto, questo, che va a sommarsi ai tanti altri che il Delfino ha sistematicamente messo in mostra nel corso di questa disastrosa stagione.
La cronaca dell’incontro di ieri pomeriggio chiarisce in maniera inequivocabile l’enorme gap tecnico fra le due formazioni, eppure l’Atalanta non ha mostrato i denti, come di consueto nel corso di questo campionato, mentre il Pescara ha svolto comunque il suo “compitino”: ciononostante il risultato non è mai stato in discussione, nemmeno fino a pochi istanti il goal del raddoppio di Alberto Grassi, giacché la sensazione d’assoluta mancanza di agonismo atletico, da parte del Pescara, faceva largamente intuire quale sarebbe stato il finale.
Fermo restando che già da diverse settimane, nonostante l’arrivo del boemo in panchina, la stagione dei biancazzurri appariva inesorabilmente segnata, per una volta vorremmo inquadrare l’attuale situazione in un ambito relativamente positivo. Come al solito, anche le tre squadre che precedono in classifica il Delfino, hanno perso, quindi mantenendo inalterati i distacchi. Mancano solo nove gare, è vero, ma almeno l’obiettivo minimo, quello del terzultimo posto, rimane ancora alla portata. Ieri è finalmente tornato in campo, subentrando nel finale, il francese Bahebeck, la cui sola presenza sul terreno di gioco, aveva visibilmente portato benefici all’attacco biancazzurro, che in un paio di occasioni, prima del definitivo 3-0 dello scatenato “Papu” Gomez, era finalmente riuscito a impensierire la difesa bergamasca. Giunge pertanto quanto mai attesa la sosta del campionato. Due settimane per assimilare al meglio gli schemi zemaniani e soprattutto per recuperare gli infortunati, il transalpino in primis, ma anche Gianluca Caprari. A consegnare un pizzico di fiducia il dato statistico che assegna al Pescara il “titolo” di miglior attacco delle quattro, 29 reti contro le 24 del Palermo, le 21 del Crotone e addirittura le sole 17 dell’Empoli. Se almeno in quest’ultimo scorcio di stagione si potesse contare su un’infermeria deserta, Alberto Gilardino a parte, non è detto che sia impossibile quel parziale recupero in graduatoria, tale da evitarci la consegna della definitiva maglia nera.
Una Rosa quasi al completo consentirebbe a Zeman di fare delle scelte, anziché limitarsi a schierare solo gli arruolabili, riuscendo magari anche a motivare maggiormente i giocatori durante la settimana, con un minimo di sana competizione nei rispettivi ruoli. La grinta non si acquista al supermercato, ha bisogno di stimoli, che al momento sembrerebbero del tutto assenti. Diciamo pure che finora tutto ciò che poteva andare storto, non è venuto meno all’appello, quindi se d’ora in poi alcuni tasselli iniziassero finalmente a incastrarsi nel modo corretto, potremmo considerarli come una sorta di minima compensazione, il che renderebbe meno velenoso quell’amaro calice che l’intero popolo biancazzurro si appresta a bere.
Capitolo a parte la questione societaria: la frattura tra la tifoseria e il presidente Sebastiani appare al momento insanabile. Il ritorno di fiamma del socio Danilo Iannascoli ha definitivamente spezzato l’esile filo che legava a stento le due parti e che l’arrivo di Zeman, seguito dal roboante successo contro il Genoa, sembravano aver rinsaldato. Un carattere spigoloso e poco incline al dialogo, come quello di Sebastiani, può essere supportato (e sopportato) solo dai risultati, che consentono di solito, nel calcio come nella vita, di riuscire a “passare sopra” certi atteggiamenti poco piacevoli. In tempi difficili come quelli attuali riuscire ad avere i bilanci, più o meno, in regola, non è certo cosa da poco, ma avere la certezza di potersi iscrivere al successivo campionato, da sola non può bastare.
Subito dopo la sosta, a fare visita all’Adriatico avremo il Milan, succoso aperitivo del decisivo match della 31ª, quando il Delfino sfiderà l’Empoli in trasferta, nell’anticipo pomeridiano di sabato 8 aprile alle ore 15:00. Contro i rossoneri di Mister Donadoni, più che il risultato bisognerà dimostrare di avere ancora qualcosa da dare, tirare fuori tutto ciò che resta e metterlo poi in campo contro i toscani, per vendicare il triste 0-4 dell’andata e per rinviare il più possibile la matematica retrocessione. Almeno per altre tre settimane saremo ancora in Serie A, per sparecchiare la tavola e fare le valigie c’è ancora tempo.