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Il Lunedì del Delfino

Un brusco risveglio

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Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede anche sia vero. Abbiamo scomodato l’oratore ateniese Demostene per spiegare cosa è accaduto ai tifosi del Delfino, l’indomani della prima vittoria in campionato contro il fin troppo remissivo Genoa. Il brusco risveglio dei due consecutivi KO, ha riportato alla crudele realtà anche i più inguaribili ottimisti. La Sampdoria di Marco Giampaolo si è limita ad attendere che i biancazzurri di Zeman commettessero alcuni dei tantissimi errori, da consuetudine nel corso di questa disastrosa stagione, del suo inadeguato centrocampo, per mettere a segno le reti decisive. Per il talentuoso tecnico blucerchiato, svizzero di nascita, l’unico dubbio che lo avrà assillato nel dopo gara, ha probabilmente riguardato l’acquisto, da parte della sua attuale società, di quel Valerio Verre che il presidente Daniele Sebastiani volle fortemente mantenere alla sua corte, la scorsa estate, riscattandolo a peso d’oro. Auguriamo alla giovane mezzala romana un proseguimento di carriera all’altezza delle attese di chi ha creduto in lui, ma nel frattempo i tifosi pescaresi continuano a chiedersi come possa anche il tecnico boemo perseverare nel proporlo fra i titolari, alla luce dei tanti errori di cui si rende protagonista in fase d’impostazione e che sistematicamente consentono agli avversari di mettere in pericolo la porta di Albano Bizzarri, spesso riuscendo facilmente a segnare.

Mancano ancora undici giornate al termine del campionato meno combattuto che a memoria si ricordi. Scudetto e retrocessioni già assegnati da qualche tempo; la sola conquista dei due o tre posti validi per la partecipazione alla prossima Europa League, fortunatamente non ancora decisi, con la sorpresa Atalanta a contendere tale “privilegio” alle cosiddette grandi. A tal proposito varrebbe la pena operare anche delle considerazioni in merito, poiché la seconda competizione continentale non sembra poi essere presa così sul serio dalle squadre italiane, che sembrano a volte addirittura snobbarla … Per fortuna la Coppa Italia, in passato considerata una competizione quasi fastidiosa dai club nostrani, sta salvando la stagione, con sfide interessanti e molto combattute.

Il doveroso excursus, che coinvolge anche il Pescara, “colpevole” insieme a Palermo e Crotone di aver negato all’intero ambiente calcistico il pathos della lotta per la permanenza nella Massima Serie, ci spinge quasi a sperare che questo calvario abbia termine il prima possibile. Nel corso delle settimane che precedono le puntuali sconfitte del Delfino, è stato negato ai tifosi anche il gusto di questionare di calcio: mettersi nei panni del tecnico e immaginare la prossima formazione, seguire gli allenamenti cercando di percepire gli stati d’animo dei giocatori, ideare le mosse dei prossimi avversari. Tutto questo e anche altro, sono pensieri ormai preclusi, giacché inutili. L’unico motivo di dibattito verte sulle diatribe societarie, con gli ex amici, Sebastiani e Iannascoli, a contendersi la poltrona presidenziale, a suon di dichiarazioni, per lo più false, perché sono asserite, troppo spesso, verità diverse, rispetto alle medesime argomentazioni. Insomma un quadro generale che più sconfortante e mesto di così, proprio non era possibile preventivare. In futuro, caso mai il Delfino riuscisse a vincere un ennesimo campionato cadetto, converrà attendere il termine della successiva stagione, per i consueti festeggiamenti: solo se abbinata alla seguente salvezza, per quanto sofferta, una promozione può donare quella gioia che i tifosi pescaresi meritano, per l’amore e la passione che hanno sempre dimostrato. L’attaccamento ai colori da parte di chi segue, spesso a prezzo di enormi sacrifici, la squadra, dovrebbe avere un preciso riscontro con quello per la maglia da parte dei giocatori, al contrario spesso deludenti e giudicati, forse non a torto, alla stregua di semplici mercenari.

Dopo averci fornito lo incipit iniziale, chiediamo a Demostene, suo malgrado protagonista di questo editoriale, un aiuto, o meglio un consiglio, da formulare ai vertici societari, nell’intento di spingerli verso un repentino, quanto mai auspicabile, inversione di pensiero: “Anche sorgenti e pozzi si esauriscono quando si attinge troppo e troppo spesso da loro”.

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