Disco rosso anche alla Dacia Arena di Udine, nell’aperitivo domenicale della nona giornata d’andata, per l’incerottato Delfino. Una sconfitta che desta le prime apprensioni, per una classifica che inizia ad apparire asfittica e deficitaria, sebbene nulla sembri ancora compromesso in funzione dell’unico obiettivo stagionale: la salvezza sofferta che tutti immaginavano si dovesse conquistare, fin dall’inizio di stagione.
Se sulle tante assenze, come a più riprese ha avuto modo di confermare Mister Oddo, appare superfluo doversi soffermare, anche se vale la pena, almeno, rilevare che addirittura non si riesce a far sedere più di sette riserve in panchina, al contrario gli aspetti tecnici rilevano preoccupanti incapacità di adattamento alla categoria. Il Pescara è sempre più spesso messo alle corde da formazioni anche non trascendentali. Per quanto visto finora, quando si trova in affanno, anziché cercare nuove soluzioni di gioco, sembra riavviare il nastro della scorsa stagione, nel tentativo, a volte quasi patetico, diciamolo pure, di ovviare con schemi “orizzontali”, assolutamente non funzionali in Serie A, sia per la forza fisica e l’esperienza di chi si oppone davanti, sia soprattutto perché quest’anno non c’è un Gianluca Lapadula capace di finalizzare quel tipo di proposizione. Nel corso della prima frazione di gioco, subito dopo essere passati in svantaggio a causa dell’ennesima distrazione difensiva, in un paio di occasioni i biancazzurri sono riusciti a verticalizzare, guarda caso mettendo in seria difficoltà l’Udinese, ma proprio quando sembrava stessero iniziando a sbrogliare la matassa e il pareggio aleggiava nell’aria, la sfortunata traversa colpita in acrobazia da Gianluca Caprari, ha in sostanza messo termine alle sarabande offensive del Delfino. A quel punto per gli uomini di Del Neri è stato fin troppo semplice far pesare l’esperienza dei singoli e, nonostante qualche tenue tentativo susseguente al bel goal di Alberto Aquilani, alla fine, complice ancora l’ennesimo inutile fallo in area di rigore, questa volta causato da un Alessandro Crescenzi più brillante in fase offensiva, piuttosto che in quella difensiva, ha spento definitivamente le luci e le ormai pochissime speranze di rimonta.
Comunque andrà a finire, ma vogliamo proseguire con la tendenza all’ottimismo, resterà sempre il rammarico di non poter sapere come sarebbero terminate le ultime partite disputate, se Massimo Oddo avesse avuto a sua disposizione almeno un attaccante di categoria da poter schierare in maniera costante. Il cosiddetto falso nueve è un esperimento ormai da considerare definitivamente fallito e da accantonare quanto prima, infermeria permettendo, perché Caprari appare doppiamente penalizzato in quel ruolo, giacché si trova nelle non ottimali, per uno con le sue qualità, condizioni di essere costantemente marcato dai centrali difensivi avversari, cosa che, oltre a impedirgli di “far male”, ne condiziona negativamente le sue doti di fantasista, al servizio della squadra.
In trepidante attesa di tempi migliori, ci si può consolare con l’evidente ed esponenziale crescita di Aquilani, sempre più presente e padrone del centrocampo. Ha tutte le carte in regola per diventare il vero leader di questa squadra, sia in campo sia fuori. La sua esperienza e le indubbie capacità tecniche possono (e devono) diventare la vera arma letale del futuro Pescara, sperando che ciò avvenga il prima possibile, chiaramente.
Fortunatamente le tre principali indiziate nel contendere l’unico posto in graduatoria utile a garantire la permanenza in serie A, in altre parole il Palermo, l’Empoli e il Crotone, non sembrano riuscire a fare meglio del Delfino. Vero è che ci troviamo appena a un quarto disputato dell’intera stagione, per cui anche altre compagini, per ora fuori dalla mischia, non possono certo sentirsi al sicuro, ma obiettivamente sembrano proprio queste le meno attrezzate e dunque solo dopo averle affrontate direttamente potremo forse iniziare a ragionare in termini matematici di percentuale salvezza.
Il turno infrasettimanale in programma dopodomani sera, che vedrà ospite all’Adriatico un’Atalanta in forma smagliante, reduce dalla vittoria contro l’ormai derelitta Inter, peraltro grazie ad un calcio di rigore decretato e trasformato nel finale di gara da quel Mauricio Pinilla che sembrava fra i papabili in predicato di trasferirsi proprio al Pescara, nel corso del futuro mercato di riparazione invernale, appare oggi come un ostacolo difficilmente sormontabile. Eppure bisognerà crederci e lottare fino in fondo; calendario alla mano, domenica prossima, in quel di San Siro contro un Milan in questo momento secondo in graduatoria e in grande spolvero, appare davvero arduo ipotizzare, al momento, un risultato positivo per i colori biancazzurri. Sarà in grado anche quest’anno, così come già riuscì la scorsa stagione, Massimo Oddo a sostenere psicologicamente i suoi uomini, per compiere l’ennesimo miracolo calcistico, come oggi ci appare l’eventuale salvezza raggiungibile al termine della stagione? Ai posteri l’ardua sentenza, ai tifosi e a tutto l’ambiente l’obbligo di crederci fino al termine.