Il presente articolo vuole essere un ulteriore testimonianza del pomeriggio di caos , che ha caratterizzato la trasferta dei tifosi biancazzurri allo stadio Olimpico di Roma, dove si è disputata la partita Lazio-Pescara.
Non è il caso di entrare nel merito del risultato, e neanche nella opportunità di tenere alta la barra dei controlli, visto che la partita presentava rischi, essendoci tra il Pescara e la Lazio una storica rivalità.
La Questura, come era anche lecito attendersi, si è attivata per prevenire disordini, con una serie di controlli, pianificazione dei percorsi, dei parcheggi, delle soste, ma nella gestione di queste fasi che si sono avuti problemi.
I tifosi partiti alla volta dell’Olimpico, circa 1.400 in parte con mezzi propri e in parte con gli autobus, si sono avviati da Pescara, all’orario concordato con le forze dell’ordine, arrivo a Lunghezza alle ore 16:00, sosta di bel 5 autobus incolonnati e perquisiti nei bagagli, e nelle generalità degli occupanti, e fin qui ancora accettabile, ma da quel momento in poi comincia un percorso infinito e senza senso dentro Roma, con soste obbligate ai semafori, che ci hanno esposto agli scherni delle persone presenti nelle strade e nelle piazze, per arrivare al parcheggio dello stadio alle ore 18:25, quindi ben oltre l’inizio della partita, previsto per le ore 18:00, e qui che si ravvisa l’ipotesi di un risarcimento danni , da terzi, ai sensi del libro IV del Codice Civile, vista l’essenzialità del termine e del luogo relativa all’obbligazione contrattuale, derivante dall’acquisto del biglietto.
L’irragionevolezza è proseguita anche nei tornelli all’entrata, dove addirittura non si è rispettato il genere nelle perquisizioni, come denunciato ai microfoni di Rete Otto, dalla Presidentessa del Club delle Donne biancazzurre, Nella Grossi, che non è persona nuova a condurre trasferte oramai divenute copiose in tutta Europa, nè tantomeno si è tenuto conto delle difficoltà delle numerose persone anziane e dei bambini presenti.
Nonostante tutto questo, e la sconfitta del 3-0, serena compostezza negli spalti, canti e tifo sano dei Pescara Rangers e degli Ultras pescaresi, che sono stati a questo punto, i veri vincitori della trasferta!
A fine partita tutti in piedi per un saluto con canti e cori dedicati a “Ciro Immobile”, hanno atteso con educazione e spiccato senso civico, il via degli stewards per lasciare, in modo ordinato gli spalti.
La sensazione comune è stata quella di un trattamento “bestiale”, proseguito anche nel viaggio di ritorno, scortati dalla polizia antisommossa, messi in campo perfino i nuclei dei carabinieri a cavallo, gli autogrill fino a Brecciarola di Chieti, sono stati interdetti, dalle forze dell’ordine, mettendo in difficoltà, donne bambini ed anziani, e che dire, siamo tifosi mica criminali!