Contro un Novara indomito, superiore fisicamente nel confronto fra i singoli e nelle palle alte, su un terreno di gioco, in sintetico, difficile a prescindere, ma anche allagato da una pioggia a tratti scrosciante, avversa anche la cabala, invocata dai piemontesi, che auspicavano il più classico dei “non c’è due senza tre”, dopo la doppia vittoria in campionato, ebbene il Delfino ha mostrato una superiorità, soprattutto a livello mentale, più netta di quanto non dica lo stesso risultato (0 – 2) maturato sul campo e di quanto visto nel corso dei 90’.
Non è stata, per inciso, una delle migliori prestazioni stagionali del team biancazzurro, complici l’importanza della posta in palio e, come già detto, la quantità impressionante di acqua caduta sul Silvio Piola, che ha, di fatto, impedito agli uomini di Massimo Oddo l’applicazione consueta degli schemi cui ci hanno abituato quest’anno, infarciti di strette trame con palla a terra, che hanno spesso esaltato le peculiarità tecniche di giocatori ormai destinati, comunque vada, ad altre categorie.
Ai piemontesi, reduci dalla stoica impresa di Bari, è mancata anche quel pizzico di buona sorte che avrebbe potuto in qualche modo riequilibrare il gap tecnico iniziale, palesando ancora una volta l’assoluta volubilità di un attaccante, l’argentino Pablo Andrés González, tanto decisivo al San Nicola lo scorso mercoledì, quanto inconcludente, buon per noi, ieri sera. Se un calciatore con le sue enormi potenzialità avesse anche avuto costanza di rendimento, di certo la sua carriera avrebbe avuto ben altri sviluppi. Gli ha fatto da contraltare l’ennesima positiva e decisiva prestazione di Gianluca Lapadula, per il quale ogni aggettivo utilizzato per descriverlo, appare ormai limitante di quelle che sono le sue peculiarità: risulta, a questo punto, così devastante per le difese che invano provano a bloccarlo, da poterlo considerare, a tutti gli effetti, una vera e propria arma non convenzionale per un campionato come la Serie B. Un goleador così completo in tutti i fondamentali, uomo squadra e spogliatoio, condottiero e trascinatore, un vero leader insomma, che il calcio italiano non sfornava da parecchi anni, verrà a lungo ricordato e, sicuramente, rimpianto, da queste parti; ancora tre gare e poi, comunque vada, dovremo salutarlo, per la gioia, ne siamo certi, dei suoi nuovi tifosi, ai quali, chiunque saranno, di sicuro, regalerà reti ed emozioni, per lo meno simili alle stesse che in questi ultimi due anni ha donato prima ai biancorossi teramani e, in questa fondamentale stagione, a noi biancazzurri.
Il recupero a tempo pieno della colonna difensiva che risponde al nome di Hugo Campagnaro e il generoso “prestito” di Gianni De Biasi e della dirigenza albanese, che hanno consentito al capitano, Ledian Memushaj, di disputare questi play off, almeno fino alla finale d’andata, consegnano a questo Pescara, di diritto, il titolo di grande favorita per il successo finale, sebbene il Trapani di Serse Cosmi, anch’esso ad un passo dal superamento del turno di semifinale, grazie alla vittoria (0 – 1) di sabato scorso in quel di La Spezia, rappresenterà un ostacolo durissimo da affrontare con aspettative di successo, per alcuni versi forse anche superiore al Bologna della passata stagione, alla luce del fatto che, a differenza dei felsinei, strutturati per vincere a tutti i costi, i siciliani non hanno, al contrario, nulla da perdere, visto che l’obiettivo primario d’inizio stagione era quello della classica salvezza tranquilla.
Decisiva, a tal fine, sarà la gara di andata della finalissima, che presumibilmente, come appena scritto, salvo clamorosi e inverosimili capovolgimenti di fronte da parte dello Spezia di Domenico Di Carlo, vedrà il Delfino affrontare, fra le mura amiche dell’Adriatico, i granata trapanesi, domenica prossima alle ore 20:30. Importantissimo sarà non consumare troppe energie, né accumulare cartellini gialli, nel corso della semifinale di ritorno contro il Novara, mercoledì 1° giugno alla stessa ora, così da provare a sconfiggere, quanto più nettamente possibile, i siciliani, nella prima delle due finali previste, cercando poi di “resistere” ai loro ovvii e presumibili tentativi di recupero nel piccolo ma bollente, Stadio Polisportivo Provinciale.
Citando il Divin Codino, Roberto Baggio, che affermò: “Gli ostacoli sono solo prove che ci dimostrano cosa siamo disposti a rischiare per il nostro sogno” quest’ultimo, per tutti quelli che amano il biancazzurro, prosegue senza ostacoli, cerchiamo di non svegliarci prima del fischio finale del 9 giugno.