Ieri pomeriggio presso la sala Flaiano dell'Aurum di Pescara si è tenuto, con grande successo di pubblico, il convegno organizzato dalla Regione Abruzzo "Le Sfide dell'Europa" con il Presidente Luciano D'Alfonso e Romano Prodi, ex Presidente della Commissione Europea.
Prima dell' incontro dibattito, Prodi ha incontrato in Comune il Sindaco Marco Alessandrini, il Presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli, ed il Presidente della Provincia Antonio Di Marco.
La vasta platea in sala ha ascoltato con viva partecipazione, moderati dal giornalista Rai Nino Germano, i saluti introduttivi di Luciano D'Amico Rettore dell'Università di Teramo e gli interventi del Presidente Saga Nicola Mattoscio, di Lucio Caracciolo, direttore della testata italiana di geopolitica Limes, e di Giuseppe Cucchi, Generale della riserva dell'Esercito e consigliere scientifico della rivista.
Due volte Presidente del Consiglio dei Ministri - dal 1996 al 98 e dal 2006 al 2008 - economista, saggista, docente presso l'Università di Bologna e fondatore dell'Ulivo, Romano Prodi ha toccato diversi punti durante il suo intervento sulle prospettive europee, accolto con standing ovation finale da parte degli astanti.
Non ha esitato a definire "drammatico" il periodo storico in corso: incerto, imprevedibile e in balìa di una totale mancanza di politica europea. Sebbene unica nota positiva sembra essere l' attuale abbassamento del prezzo del petrolio e la svalutazione dell'euro, Prodi si dice deluso dalla politica economica di questi anni, durante i quali nessuno ha investito abbastanza per stimolare la ripresa, come americani e i cinesi invece hanno fatto, accumulando così solo un grande surplus della bilancia dei pagamenti. Tra l'altro, ora che anche la Cina si trova vessata dai problemi, è arrivato il momento che l'Europa impari a salvarsi da sola.
Nei confronti della politica tedesca, gli apprezzamenti li dispensa in modo altalenante: "di solito non ne sono contento, ma senza dubbio di recente il colpo improvviso della Merkel mi ha stupito favorevolmente. Il dietro front degli ultimi giorni è stato però un passo indietro sebbene lo capisca, dato il flusso di migranti inarrestabile".
In ambito italiano, Prodi glissa su Matteo Renzi - "non si disturba il conducente" - e affronta la spinosa questione delle regioni meridionali per le quali auspica una vera politica economica globale. Per cambiare qualcosa - spiega l'ex Premier - i Presidenti delle Regioni del Sud devono fare blocco e realizzare un salto in avanti, poichè ora come ora singolarmente sono troppo deboli. Ho sollevato il problema anche prima del rapporto Svimez perché i dati arrivati negli ultimi anni sono molto brutti: durante la crisi, Nord e Sud si sono allontanati e il Mezzogiorno è andato molto indietro. Ora sono necessari tantissimi elementi per non precipitare: infrastrutture, politica industriale, intervento del governo, la cassa depositi e prestiti, una politica d'incentivazione degli investimenti stranieri, il coinvolgimento delle università , della ricerca e dei poli turistici. Occorre far perno sulle città che si stanno muovendo, come Bari, Pescara stessa, Napoli, e cercare di mobilitare risorse umane che comincino ad attrarre degli investimenti dall’estero. L’idea che il Mezzogiorno possa svilupparsi senza una crescita industriale è folle: va invece portato avanti con una politica attiva del Governo in coordinamento con l’Unione Europea".
L' intervento di D’Alfonso, in scaletta precedente a quello di Prodi, è analitico e verte sull'evidenziare il bisogno di capire: "Il motivo per cui la maturazione dell'Europa si sia interrotta, ci può far comprendere meglio cosa stia accadendo oggi nel nostro continente. Il dies a quo si può collocare nel 2003, quando si sarebbe dovuto esaminare la lettura dei bilanci degli Stati nazione e, invece, non si è compiuta questa operazione verità . Così l'Europa è rimasta un progetto istituzionale ed economico incompiuto. Quindi, quello che è accaduto in Grecia non può e non deve meravigliarci. Avremmo dovuto essere particolarmente esigenti allora nel favorire la cessione di quote di sovranità nazionali. Invece, sono prevalsi gli egoismi degli Stati. Non è un caso che il bilancio dell'Unione sia molto meno ampio di quello che dovrebbe essere ed è solo da esistenza in vita».
Il Presidente d'Abruzzo sottolinea anche l'importanza dell'evoluzione che uno Stato deve portare avanti tenendo testa ai grandi cambiamenti del mondo globalizzato per non rischiare "l'inesorabile involuzione", come sta accandendo con la la vicenda dei flussi migratori.
"Far parte dell'Unione Europea - ha concluso D'Alfonso - non serve solo per aver comodità di non usare il passaporto negli spostamenti da un Paese all'altro. Si evidenzia attraverso la valida esperienza dell'Erasmus come i cittadini comprendono l'Europa, che vorrebbero vedere replicata anche ai massimi livelli istituzionali».