Martedi 14 luglio verrà presentato in Consiglio Regionale il progetto di legge “Norme in materia di gestione dei corsi d’ acqua”. Un ordine del giorno come altri, sembrerebbe, se non fosse per il fatto che la proposta in questione avanzata da parte del PD è reputata tanto vecchia quanto inadeguata poichè non basata sulle direttive europee più recenti in materia di habitat naturali, acque e alluvioni, ma su un Regio Decreto datato 1904 che ha favorito un approccio infrastrutturale e idraulico alla gestione degli ecosistemi fluviali nel momento di regolare le acque per meglio utilizzarle in agricoltura, contenere i rischi e consentire l’ espansione dei centri urbani.
Per questo motivo Sel Abruzzo, insieme a Legambiente, Lipu , WWF e Italia Nostra come associazione per la salvaguardia e la conservazione di ambiente e territorio, ha chiesto la sospensione della discussione con l' invito ad aprire un confronto con il mondo scientifico per poter definire un testo organico capace di risolvere le problematiche relative alla gestione dei corsi d' acqua e del dissesto idrogeologico. Sottolinea Tommaso Di Febo, Coordinatore Sel Abruzzo, quanto sia necessario evitare qualsiasi attività speculativa e di dare priorità per la gestione dei corsi d' acqua all' introduzione di norme che portino al reale risanamento dei fiumi: prevenzione e messa in sicurezza del territorio sono gli obiettivi fondamentali.
La proposta di legge regionale in questione, come da art. 1, pare voglia mirare alla realizzazione delle opere di manutenzione straordinaria e ordinaria necessarie per la prevenzione e la messa in sicurezza della regione fluviale rispetto al rischio idrogeologico e agli squilibri fisico-ambientali. In concreto gli articoli della legge comportano, invece, la licenza di continuare a tagliare vegetazione spondale e scavare negli alvei dei fiumi con possibile rivendita da parte dei privati del materiale ricavato da tali interventi. Sembra, altresì, che manchi una pianificazione di base che tenga conto degli aspetti naturalistici che sono d' importanza cruciale a rischio di danni ingenti e di uno stato di potenziale pericolo per la popolazione. Tra l' altro, le associazioni ambientaliste specificano come molti tratti dei nostri fiumi siano gia' tutelati da direttive specifiche poichè inclusi in aree di grande valore naturalistico europeo.
Si auspica di poter giungere alla gestione integrata delle acque e del territorio, sebbene finora siano state ignorate sia la direttiva Acque 2000/60 (per il raggiungimento del buono stato ecologico per i nostri corpi idrici entro il 2015) che la direttiva Alluvioni 2007/60 (per la definizione dei piani di gestione del rischio alluvioni entro quest' anno), basate entrambe sulla sinergia di competenze interdisciplinari (ingegneria idraulica, idrologia, ecologia, ecc.) .