Nel consiglio comunale odierno il sindaco Marco Alessandrini è intervenuto per esprimere la sua posizione sulle polemiche dei giorni scorsi nate sull'eliminazione del logo Pescara Città Dannunziana da tutti gli atti ufficiali del Comune.
Di seguito il comunicato, in forma integrale, inviato dal sindaco:
“La scelta di tornare allo stemma della città di Pescara senza ulteriori aggettivazioni risponde ad un'esigenza che ho avvertito di sobrietà istituzionale, in ciò mi conforta l'esame della normativa di settore, in particolare il Testo Unico degli enti locali, che rimanda ai contenuti dello Statuto comunale circa lo stemma cittadino, precisando che esso è solo quello riconosciuto con Decreto Reale del 6 ottobre del 1927.
La proliferazione di loghi di rappresentanza avvenuta in passato, non solo in questo Comune ma in molte realtà locali del nostro Paese, non mi pare in linea con la volontà del legislatore che ha ritenuto di prevedere l'istituzione di un unico stemma, come tale riferibile alla città nella sua interezza.
Desidero peraltro rassicurare la pubblica opinione che a Pescara nessuno intende obliare la memoria di Gabriele d'Annunzio, di cui gesti e opere vivono ovunque nella città, sia nei segni materiali che nell'attività culturale promossa da decenni dal Centro Nazionale di Studi dannunziani, dall'Università dal liceo classico cittadino, dalla toponomastica e tanti altri segni ancora.
Si può dire che da almeno 50 anni, a partire dalle straordinarie celebrazioni per il centenario della nascita del Nostro, di cui restano come testimoni la stele e il teatro all'aperto, Pescara sia stata protagonista nella grande battaglia culturale per far riscoprire il gigantesco valore dell'autore, passando dalle vuote polemiche sul "gesto" alle inesauribili ricchezze del "testo", parafrasando il titolo di un saggio di uno dei più illustri studiosi di d'Annunzio, Pietro Gibellini.
A questo vero e proprio fervore di studi si è aggiunto negli ultimi anni un tentativo, per me assai discusso, di promozione dell'immagine della città attraverso un marchio dannunziano, risultato tale soprattutto nei roboanti intenti, piuttosto che nell'effettiva valorizzazione culturale e turistica di Pescara, non senza gravi oneri per le casse dell'Ente.
Ma non intendo qui parlare di questo visto che Pescara merita di essere promossa nella sua dimensione di città protagonista nelle relazioni adriatiche e sorgente di vitali flussi culturali nella contemporaneità, a testimoniare che d'Annunzio non nacque in un deserto e che dopo di lui non fummo sommersi dal diluvio.
Questa Amministrazione intende portare avanti un politica culturale all'altezza della vivacità della tradizione e della vocazione relazionale della comunità pescarese, coinvolgendo protagonisti nazionali e locali, senza provincialismi ma anche senza sensi di inferiorità che non sono mai appartenuti ai Pescaresi”.