“Se me lo dicevi prima… Così avrebbe detto Enzo Jannacci in uno dei suoi ultimi lavori canori, eppure ne avevamo parlato in commissione consiliare con la presenza dei proprietari dei locali e con i rappresentanti delle associazioni dei residenti, lo avevamo ribadito con un comunicato stampa, lo avevamo persino introdotto e proposto con un ordine del giorno(bocciato dalla maggioranza). C’era e c’è bisogno nonostante le sentenze, di maggior dialogo, di concertazione, ma soprattutto c’era bisogno di nuove misurazioni, nonché di provare a mitigare i decibel con accorgimenti che gli esercenti della movida pescarese si erano detti disponibili a installare(vedi pannelli fonoassorbenti o similari) a proprie spese, e nel giro di pochi giorni. Nell’ordinanza sindacale, che imponeva ai proprietari di ritirare i tavoli in orari improponibili, si era obiettata la semplicissima datazione delle misurazioni acustiche, troppo vetuste nel tempo e oggettivamente impossibili da paragonare con l’attuale condizione, viste le già restrittive condizioni(per motivi di sicurezza) di posizionamento dei tavoli fuori dai locali”.
Lo afferma il capogruppo della lista “Pettinari Sindaco”, Massimiliano Di Pillo. “L’arroganza di questa amministrazione, come il girarsi dall’altra parte delle amministrazioni precedenti, ha fatto sì che ad oggi una sentenza di primo grado pesantissima ai danni del Comune di Pescara(e quindi dei cittadini) obbligasse, sotto la spinta emotiva del sindaco e della giunta, ad emanare un’ordinanza sindacale con condizione e costrizioni a dir poco draconiane. L’obbligo da parte dei proprietari dei locali a difendersi per vie legali, ha prodotto la condizione attuale, e cioè una sospensiva del TAR che interrompe fino ad aprile del 2025 quell’ordinanza “coprifuoco”, ordinanza capace di far indignare anche i fruitori degli stessi frequentatissimi locali. Riproponiamo e sottolineano la necessità di attuare condizioni che permettano la diminuzione del rumore, capace forse di sopire anche questa inutile e sterile polemica, rendendo la convivenza con i residenti di quel quartiere finalmente serena e scevra da condizionamenti legali, salatissimi per l’amministrazione pescarese e quindi per i contribuenti del Comune di Pescara”, aggiunge Di Pillo.