L’imminente ‘sfratto’ del mercato del pesce al dettaglio e di Campagna Amica finisce al centro della Commissione Controllo e Garanzia del Comune di Pescara, che questa mattina ha affrontato il delicato tema della futura destinazione dei due mercati attualmente ospitati nei locali a ridosso del molo nord, zona però coinvolta nel progetto del nuovo waterfront fluviale, che prevede la trasformazione di quegli spazi per accogliere un centro di recupero delle tartarughe marine. Il problema è emerso nelle scorse settimane, quando la soluzione alternativa inizialmente ipotizzata dall’amministrazione di centrodestra è stata messa in discussione da presunti problemi di staticità del fabbricato individuato.
“Si tratta della struttura dell’ex Museo del Mare – commenta il Presidente della Commissione, Paolo Sola (M5S) – per la quale erano stati previsti oltre 300mila euro per la sua riqualificazione proprio al fine di ospitare i banchi di Campagna Amica, e che invece ora pare sia stata messa in discussione per sopraggiunti dubbi sulla vulnerabilità statica dell’edificio, nonostante lì si continuino ad ospitare altre attività, come la sede del Flag, l’ente di promozione per la pesca e l’acquacoltura finanziato con fondi europei”. Una volta emerso questo timore, l’assessore Zaira Zamparelli avrebbe proposto soluzioni alternative ai referenti di Campagna Amica, anche all’interno di altri mercati coperti cittadini in via dei Bastioni e Piazza Muzii, incontrando però resistenze da parte degli interessati.
“Con il contratto di Campagna Amica in scadenza il 31 gennaio 2025 – prosegue Sola – è del tutto evidente che l’amministrazione comunale avrebbe dovuto muoversi con maggiore anticipo per garantire la continuità operativa di questo mercato, e non ritrovarsi oggi in queste condizioni di totale impreparazione. Anche il timore che la struttura dell’ex Museo del Mare possa avere problemi statici andrebbe approfondito in ogni caso, perché se così fosse bisognerebbe innanzitutto sgomberare anche le attività che oggi hanno sede lì, e poi programmare indagini ed interventi per recuperare uno stabile che rappresenta comunque un patrimonio comunale, indipendentemente dai costi che ne deriverebbero che non possono essere la giustificazione a questo immobilismo. Una situazione che fotografa per l’ennesima volta l’approssimazione di questa giunta nel pianificare progetti e opere pubbliche, senza la minima organizzazione e visione complessiva, finendo con il creare problemi invece che opportunità. Il tempo a disposizione è limitato ma è cruciale che il Comune affronti la questione con urgenza e responsabilità, evitando che la mancanza di alternative si traduca in un danno per quegli operatori, riconosciuti come punto di riferimento per la cittadinanza e per il settore agroalimentare locale. Una pianificazione più attenta avrebbe certamente permesso di gestire meglio questa transizione, ma l’auspicio è che si possa ancora rimediare attraverso un dialogo costruttivo e il coinvolgimento di tutte le parti interessate”.
Annunciato, in tal senso, un nuovo incontro in Commissione Controllo e Garanzia nei prossimi giorni.