Il consigliere regionale Vincenzo Menna ha espresso il suo vivo apprezzamento per l'iniziativa del consigliere Verrecchia, che ieri ha portato in terza commissione la proposta di riconoscimento Dop per l’arrosticino. Menna ha inoltre condiviso quanto affermato, in chiusura di seduta, dall’assessore Emanuele Imprudente dopo aver ascoltato in audizione le varie associazioni di categoria.
"Un obiettivo ambizioso, direi nobile, ma che richiede tempo. Un tempo che noi come Abruzzo in questo momento non abbiamo perché non ci sono le condizioni", ha dichiarato Menna. "Oggi, visti i numeri, l’arrosticino è, purtroppo o per fortuna, un tema economico e la valutazione su come procedere dovrebbe partire da qui. Per questo non bisogna dividersi tra Dop o Igp, ma scegliere la strada più breve che miri a tutelare il marchio arrosticino, una sorta di bandierina prima che lo facciano altri".
Menna ha sottolineato l'importanza di un'analisi realistica delle condizioni attuali, evidenziando che in Abruzzo le pecore da carne sono poche, mentre quelle da latte, pur numerose, non sono adatte alla trasformazione in arrosticino. Ha inoltre menzionato la carenza di manodopera, soprattutto di pastori, come un ulteriore ostacolo da affrontare.
"È importante evitare di trasformare il dibattito in una battaglia ideologica tra Dop e Igp, in quanto le due ipotesi, come abbiamo potuto sentire dagli auditi, sono più vicine che mai. L’arrosticino da sempre si identifica nell’Abruzzo, noi siamo l’arrosticino", ha ribadito Menna.
Il consigliere ha poi fatto una distinzione tra prodotto di nicchia e prodotto tipico. "I prodotti di nicchia sono quelli come i presidi di Slow Food, che mirano al recupero e alla salvaguardia dei prodotti tipici quasi scomparsi, generando un’aggiunta di reddito per le aziende che li producono. Il prodotto tipico, identificativo di un determinato territorio, è invece un prodotto su cui un’azienda punta in maniera primaria, come la mortadella Igp di Bologna o lo speck Igp dell’Alto Adige".
Menna ha inoltre osservato che per molti di questi prodotti, compreso l’arrosticino, la materia prima proviene in gran parte dall’estero e viene trasformata in Italia, e quindi in Abruzzo. "La situazione è complessa e va approfondita ancora. La Regione può favorire gli investimenti, aiutare a costruire la filiera, lavorare sulla genetica e mediare tra le due posizioni per giungere a una soluzione condivisa".
In conclusione, Menna ha affermato che la strada più veloce potrebbe essere il riconoscimento Igp già arrivato al ministero. Magari con un disciplinare che preveda solo l’utilizzo di ovini nazionali? "È essenziale ottenere un riconoscimento che tuteli il prodotto e le tante aziende del settore prima che qualcun altro ci sottragga prodotto e denominazione", ha concluso.