“Quando lo scorso 20 marzo, a fronte del silenzio dell'amministrazione Masci, informammo la cittadinanza della totale inagibilità del Teatro D'Annunzio rivolgemmo pubblicamente una serie di interrogativi al sindaco di Pescara, domande a cui ovviamente si è ben guardato dal rispondere. Intuendo che non sarebbero pervenuti chiarimenti avevamo inoltrato una richiesta di accesso agli atti. I primi documenti ci sono stati consegnati in questi giorni e sono senz'altro utili ai fini della ricostruzione di quanto accaduto. Quest'oggi vogliamo soffermarci su un aspetto interpellando il sindaco sulle modalità d'uso del teatro d'Annunzio nel corso di questi anni, in particolare dal 2020 ad oggi”.
Così il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli, che stamane ha convocato sull'argomento una conferenza stampa, annunciando che i Dem si riservano “di acquisire altra documentazione” prima di pronunciarsi “sull'incarico di vulnerabilità sismica che il Comune di Pescara aveva attribuito, e su alcune scelte tecniche che leggerete in questo comunicato, così come ci riserviamo di tornare quanto prima sulle criticità che riguardano l'estate 2024 ormai alle porte, ovvero l'evidenza di un teatro ad oggi chiuso, privo dei fondi per i lavori di messa in sicurezza – per altro mai richiesti nel corso di questi anni – nonché la necessità di individuare una sede alternativa per il cartellone di eventi, dato che l'antistadio di Pescara non costituisce un'alternativa idonea”.
La certificazione valida solo per il 2020
A seguito di lavori di puntellamento, realizzati nel 2020, era stata rilasciata una certificazione “valida per il solo 2020, che disponeva un uso ridotto del teatro fino ad una capienza massima del 25% (ovvero 495 posti rispetto al totale di 1980 posti). Nella stessa certificazione veniva altresì espressa «la necessità di intervenire nel breve termine per sanare in maniera definitiva le criticità rilevate mediante interventi strutturali permanenti». Il documento porta la data del 13 agosto 2020, il che vuol dire che il Comune di Pescara, a partire da quella data, non solo era a conoscenza del pessimo stato della struttura, ma era anche perfettamente consapevole dell'urgenza di interventi risolutivi”, denuncia Blasioli. “Malgrado ciò, gli interventi in questione non solo non sono mai stati eseguiti, ma non sono stati nemmeno comunicati ai consiglieri e nelle Commissioni, né richiesti partecipando ai bandi del PNRR o della programmazione regionale, né immessi nel Documento unico di programmazione, nella sezione degli interventi dei lavori pubblici”.
Piuttosto, evidenzia il consigliere regionale, “con Delibera di giunta comunale n. 209 del 23 marzo 2023 sono stati approvati lavori pari a € 435.000 per l'efficientamento energetico e la colorazione dei seggiolini, che nulla avevano a che fare con gli interventi strutturali necessari. Lavori oltretutto ampiamente pubblicizzati dal Sindaco Masci e che nessun buon amministratore avrebbe disposto su una struttura pericolante dotata di ben altre criticità. Ma c'è di più. Vista la situazione, il Comune si è infatti trovato costretto a richiedere ogni anno un certificato di idoneità statica temporanea che verificasse lo stato delle tribune e stabilisse ogni volta la capienza massima consentita”.
L'accusa: “La giunta Masci ha governato con approssimazione”
E così nel 2021 “la capienza è stata aumentata a 800 persone (una riduzione quindi del 60% rispetto alla capienza totale), nel 2022 - questa volta con incarico affidato dall'Ente Manifestazioni Pescaresi – la capienza è stata addirittura portata a 1800 persone, una riduzione quindi del solo 10% sul totale che è stata confermata anche per l'anno 2023, nonostante anche in questo frangente venisse richiesto un ulteriore lavoro di puntellamento dei solai delle tribune (mai eseguito)”. E ancora: “Se permangono dubbi sulle modalità con cui anno per anno è stata aumentata la dotazione di spettatori all'interno del D'Annunzio, nuovi dubbi aleggiano intorno al fatto se le prescrizioni siano state fatte rispettare o meno”.
Il quadro che si va prefigurando, conclude il Pd, “è piuttosto grave ed emblematico dell'approssimazione con cui la giunta Masci ha governato in questi cinque anni. Ci troviamo di fronte infatti a un'amministrazione che, oltre a non essere stata in grado di reperire i fondi necessari alla messa in sicurezza del teatro, sembra aver continuato annualmente ad utilizzare una struttura precaria e pericolante senza nemmeno curarsi delle prescrizioni in merito alla capienza massima consentita rilasciate dai professionisti interpellati. Ci auguriamo che almeno questa volta il sindaco Masci voglia rispondere nel merito e fornire i dovuti chiarimenti”.