Eliminare le spiagge libere ai privati ora piene di tossicodipendenti e rifiuti: è la “provocazione” lanciata dal Ministro del Turismo Daniela Santanchè nel corso dell'Assemblea di Confesercenti.
"Non dobbiamo svendere questa parte di patrimonio-ha detto la Santanché-ahimè com'è stato fatto in altri settori. Dobbiamo studiare la questione, avere le mappature, ci vorrà del tempo. Dobbiamo fare delle gare che consentano a chi lavora di continuare a farlo perché rappresentano 30 mila aziende e moltissime di queste sono a conduzione familiare, ma il danno più grave che è stato fatto e non è quello che questo Governo non farà mai è di cambiare i patti in corsa.
Ma come si può investire in una Nazione se ogni 3 minuti cambiano le regole? Non solo abbiamo bisogno di una stabilità di un Governo ma anche di stabilità e di regole per chi fa impresa. Prenderemo il tempo necessario, abbiamo bisogno di una mappatura non ancora chiara. Credo che prima di 8 mesi un anno non saremo in grado di fare.
Lancio una provocazione: sarebbe bene prima assegnare le spiagge che non sono oggi assolutamente servite: ci sono tossicodipendenti, rifiuti. Nessuno pensa a tenerle in ordine: forse si potrebbe cominciare da lì. Dovrebbero poi essere ovviamente fruibili da tutti. Consegnare le spiagge a delle multinazionali ci toglierebbe le nostre peculiarità, come un certo tipo di cibo, un certo tipo di accoglienza. Mi fa sentire male l'idea: pensate se non potessimo più mangiare i nostri spaghetti alle vongole o la nostra parmigiana di melenzane, cose che fanno parte della nostra identità".
Non sono mancate le polemiche sulle dichiarazione del Ministro del Turismo. Anche Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare, ha detto la sua sulla privatizzazione delle spiagge:
"Il problema in Italia è che non ci sono quasi più spiagge libere. Ci voleva davvero la faccia della Santanchè per fare una proposta oscena come quella di privatizzare le poche rimaste nel nostro paese. Ci sono poche spiagge libere perché la pressione affaristico-clientelare è quella a moltiplicare le concessioni ai privati che solo da noi sono eterne, rinnovabili all'infinito.
Nel nostro paese ci sono 12.166 concessioni private che occupano gran parte della costa balneabile e in alcune regioni superano il 70%. Compito di tenere pulite e sorvegliate le spiagge libere è dei comuni. Se non bastano le risorse si facciano pagare di più le concessioni a chi ne trae profitto magari tenendo anche conto che vi sono differenze tra concessioni iper-redditizie come quella della ministra e realtà in zone più popolari.E' doveroso mobilitarsi per fermare l'assalto alle poche spiagge libere rimaste nel nostro paese-afferma il segretario-Bisogna contrastare la proposta della ministra Santanchè. Bisogna unire tutti i movimenti, i comitati e le associazioni intorno alla difesa delle spiagge come bene comune.Santanchè rappresenta la parte peggiore della categoria dei balneatori. La sua è la visione di una lobby che pensa di poter continuare a cementificare, recintare, oscurare la vista mare per migliaia di chilometri di costa grazie alla complicità di una politica che non ha il coraggio di difendere gli interessi collettivi e i beni comuni con una seria pianificazione e programmazione.Giù le mani dalle spiagge libere!La spiaggia è di tutti!"