L' Assessore regionale con delega alla sanità ha il potere di indirizzo e il dovere di controllo sulle singole Asl provinciali – continua Taglieri - e non è accettabile che riduca la questione con un semplice "non è di mia competenza".
Stesso discorso vale per i primi tre indicatori, classificati su una dimensione definita "Equità ", che riguardano il numero di persone che rinuncia a sostenere spese sanitarie, il numero di famiglie che sperimentano un disagio economico a causa dei consumi sanitari privati e il numero di cittadini che si ricoverano fuori Regione per patologie oncologiche. Tutti aspetti che sono notoriamente un punto dolente, e già più volte evidenziato anche dal Movimento 5 Stelle, per l'attuale amministrazione regionale. Basti ricordare le problematiche relative alle liste di attesa e alla mobilità passiva extraregionale su cui abbiamo più volte chiesto interventi all'Assessore.
Invece di puntare il dito verso gli altri, chi è alla guida di Regione, dovrebbe spiegarci quanto incide su questo pessimo risultato il fatto che l'Abruzzo ancora non abbia adottato un Piano sanitario regionale, una Rete ospedaliera e una valida programmazione sanitaria territoriale. Dovrebbe anche spiegarci quanto questo pessimo risultato può dipendere dall'operato dei vertici delle quattro ASL ,che questa Giunta ha scelto e messo a comando delle aziende sanitarie.
Ora basta rimpalli! Se, come sembra ragionevole ritenere, la fotografia che emerge dallo studio Crea è rappresentativa dello stato dei diversi servizi sanitari regionali, è il momento di prendere in mano la situazione e dire chiaramente quali azioni si intendono intraprendere per colmare il distacco che ci separa dalle altre regioni. In caso contrario è arrivato il momento che questo governo regionale faccia le valigie e levi il disturbo. L'Abruzzo ha bisogno di tornare a crescere."