I Giovani Democratici insorgono contro la mozione a firma Rapposelli, approvata dal Consiglio Comunale di Pescara con i voti contrari di PD, M5S e liste civiche di opposizione, che impegna il Comune a istituire un fondo che eroghi assegni alle donne che scelgono di non abortire.
"È gravissimo e degradante - afferma il segretario regionale dei Giovani Democratici Claudio Mastrangelo - che per l'ennesima volta in questa consiliatura la destra utilizzi dei mezzucci mascherati da falsi buoni sentimenti per attaccare in maniera reazionaria la Legge 194 e la libera scelta delle donne. Se si vuole stare davvero dalla parte delle donne e contemporaneamente incentivare la natalità in calo, piuttosto da una parte si incentivino i consultori e le iniziative di educazione sessuale nelle scuole per formare una consapevolezza alla sessualità nelle giovani generazioni, e dall'altra si proceda a una verifica dell'adeguatezza della spesa sociale del Comune per le famiglie pescaresi, come ampiamente chiesto dal centrosinistra a fronte della crisi generata dalla pandemia."
Sulla stessa linea il segretario provinciale Lorenzo Marinari:
"La destra di FdI cerca di nascondere l'intento di aggredire la legge sull'aborto con il contrasto alla denatalità . Vanno adottate misure concrete e strumenti adatti al sostegno alle nascite, non iniziative che umiliano coloro che ricorrono all'aborto. Non possiamo permetterlo - continua Marinari - per rispetto verso le donne di oggi e di ieri e verso le battaglie condotte e che continueremo insieme a condurre per ridurre ogni tipo di disparità ."
All'attacco anche Irene Bizzarri, vicesegretaria regionale dei GD e responsabile per le politiche di genere:
"I tentativi di disincentivare la libera scelta sull'aborto attraverso una somma di denaro sono deplorevoli e richiamano l'immagine che della donna ha la destra. Per loro, le donne sono persone fragili, non autonome e, a quanto pare, facilmente corruttibili rispetto a scelte di vita così importanti. Fratelli d'Italia, che governa oltre che a Pescara anche in Regione, dovrebbe preoccuparsi piuttosto di applicare la Legge 194 garantendo a tutte le donne la possibilità di decidere sul proprio corpo, dato che in Abruzzo questa possibilità è negata dalla mostruosa percentuale dell'80,7% di ginecologi obiettori di coscienza."
Per il segretario del circolo di Pescara Area metropolitana Walter Verrigni la mozione Rapposelli è solo una misura spot utile alla propaganda antiabortista.
"Per contrastare la denatalità - dichiara - se i consiglieri di maggioranza avessero un po' di onestà intellettuale, punterebbero a incentivare l'occupazione femminile e a porre in essere misure di sostegno alle famiglie in difficoltà integrando e potenziando quanto già previsto a livello nazionale, invece che puntare sulla propaganda reazionaria."
"La correlazione fra aborto e denatalità , peraltro, è una fantasia creata dalla propaganda dell'estrema destra" conclude la vicesegretaria provinciale Alice Colangeli:
"L'aborto non è un comportamento da stigmatizzare e disincentivare economicamente, ma anzi la libertà delle donne di avere o non avere un figlio è l'unico mezzo che consente davvero a chi nasce di crescere in un ambiente familiare sano e idoneo sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista sociale sia soprattutto dal punto di vista dell'amore. Sul corpo e sulla vita delle donne devono decidere le donne, e non il Comune di Pescara!"