“Il candidato bis alla Presidenza della Regione Abruzzo per il Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi lo ignora, ma la legge di contrasto alla ludopatia è regolarmente in vigore dal 2014 e prevede che tutte le attività di nuova apertura con la presenza di macchinette e altri attrezzi per il gioco d’azzardo, hanno dovuto scegliere location distanti almeno 300 metri dai cosiddetti luoghi sensibili, come scuole, chiese o centri sociali. E, anche se il candidato Marcozzi, dopo cinque anni in Regione, continua a ignorarlo, la moratoria di due anni è stata concessa esclusivamente a chi già aveva una simile attività prima del 2014 con una regolare licenza e che aveva diritto a un margine di tempo per individuare una nuova postazione, anche per non ghettizzare chi è affetto da ludopatia e che magari ha meno scrupoli a entrare in una sala slot in periferia anziché in pieno centro cittadino, sotto gli occhi di tutti. Vero è che, pensare di farsi campagna elettorale per approvare una legge che già esiste, non è proprio un buon esordio per il candidato Presidente Marcozzi”.
Lo ha detto il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri replicando agli annunci delle volontà legislative dei Cinque Stelle.
“Difficilmente ho letto tante inesattezze consecutive come quelle sciorinate tutte insieme dal candidato, oggi consigliere del M5S Marcozzi – ha sottolineato il Capogruppo Sospiri -. L’annunciata legge di contrasto alla ludopatia esiste già, l’ha fatta e approvata il centrodestra ed è addirittura in vigore dal 2014. Questo significa, per informare il consigliere Marcozzi, che chi, dotato di regolare licenza, ha richiesto di aprire una sala slot o un’agenzia scommesse negli ultimi quattro anni e mezzo, si è dovuto adeguare alla nuova normativa, rinunciando ad aprire in spazi posti a meno di 300 metri da luoghi sensibili, e sicuramente di grande attrattività, ed è stato relegato in periferia. A beneficiare della moratoria di due anni di slittamento dall’applicazione della legge sono stati solo gli esercenti in gioco d’azzardo che erano già in attività prima del 2014 e che hanno bisogno di un minimo di tempo per trovare nuovi locali, che non è semplice. Non solo: tale slittamento risponde anche a un’altra logica, ovvero, se portiamo le attività in cui si pratica il gioco d’azzardo nelle periferie, creiamo una finestra di accesso più facile per chi è malato di gioco e s’imbosca per andare a giocare. Tradotto: chi è affetto da ludopatia continuerà a giocare, ma lo farà a cuor più leggero non temendo di essere visto e scoperto perché frequentatore di un bar e o di un locale in pieno centro cittadino, ma anzi, dovendo andare in zone secondarie e periferiche, non nutrirà più neanche lo scrupolo o il pudore di essere visto da qualcuno, da amici o da un familiare. Piuttosto, se il candidato Marcozzi, ritiene quella intrapresa dal centrodestra una battaglia seria e condivisibile, s’impegnasse con i vertici del suo Partito, oggi al governo del Paese, per far dichiarare fuorilegge lo stesso gioco d’azzardo, dunque sale slot o agenzie scommesse e abbiamo risolto il problema, o si preoccupasse di come arginare, oggi, il gioco d’azzardo on line che è facilmente accessibile a tutti, giovani compresi, e che sta vedendo intere famiglie in rovina. A disciplinare la materia in Abruzzo ci ha già pensato il centrodestra – ha ribadito il capogruppo Sospiri -, dunque il candidato Marcozzi si preparasse a riscrivere il primo punto del proprio programma elettorale, senza scopiazzare dal centrodestra”.