“La sede del ‘Comitato per il NO al Referendum costituzionale’ aperta a Pescara sarà un punto di riferimento e di confronto, un luogo di dibattito in cui condurremo una campagna elettorale serrata per ricordare al popolo del centro-destra quanto sia importante andare a votare ‘NO’ il prossimo 4 dicembre. E quello sarà un voto contro il Governo Renzi, contro il Pd, contro Luciano D’Alfonso e contro Marco Alessandrini e le sue ‘disfunzioni funzionali’”.
Lo ha detto il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri aprendo ieri l’inaugurazione ufficiale della sede del Comitato per il No, aperta in via Nicola Fabrizi, angolo via Galilei, a Pescara. Presenti l’onorevole Fabrizio Di Stefano, Coordinatore per il ‘No’, il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, il consigliere regionale di Fi Mauro Febbo, Presidente della Commissione Vigilanza, i consiglieri comunali Marcello Antonelli, Fabrizio Rapposelli e Vincenzo D’Incecco per Forza Italia, e Guerino Testa, Alfredo Cremonese e Massimo Pastore per la lista ‘Pescara in Testa’.
“A mio avviso – ha detto il Capogruppo Sospiri – vincerà il ‘No’ come dicono i sondaggi, ma occorre sollecitare le persone ad andare a votare, e in questo senso il centro-destra deve recuperare una mobilitazione importante, ricordando che questo è un referendum senza quorum, dunque non andare a votare non aiuta, anzi consente a una riforma vergognosa di passare. La sfida si vince battendo l’assenteismo e con questa battaglia vogliamo rilanciare il centro-destra ricordando che il voto del 4 dicembre è contro Renzi, contro il Pd, D’Alfonso e Alessandrini”.
“Il Pd che vuole far passare questa riforma, è lo stesso Pd che ha reso Pescara la vergogna d’Italia. È evidente – ha aggiunto il capogruppo Fi Antonelli – che la caduta di Renzi indebolirà il Pd che ha ripristinato ovunque il ‘partito delle clientele’”.
“Il centro-destra – ha detto il Capogruppo di Pescara in Testa Guerino Testa – deve tornare a essere forza di governo, la città di Pescara dev’essere liberata da una giunta approssimativa, superficiale, con a capo una persona che fa il sindaco senza nemmeno volerlo”.
“Occorre votare no per due ragioni, una di natura politica, una tecnica – ha spiegato l’onorevole Di Stefano -. Noi non siamo contro la riforma, l’avevamo proposta nel 2006 e con un analogo referendum ci è stata bocciata. Noi chiedevamo la riduzione dei Parlamentari di Camera e Senato del 20 per cento, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e una Repubblica equilibrata. Renzi propone invece un Parlamento con due Camere e non taglia i costi del Senato, ma taglia la possibilità degli italiani di eleggere i Senatori che, se passasse la riforma-Renzi, verranno eletti dai Consigli regionali, ovvero saranno le segreterie di partito a decidere chi ci va e chi no. I Senatori non percepiranno le indennità del Parlamento, ma comunque se saranno sindaci saranno comunque retribuiti dall’Ente di provenienza, dunque si taglia solo la possibilità e il potere dei cittadini di scegliersi i propri rappresentanti al Governo. Poi, con la Riforma-Renzi il Presidente non sarà eletto dal popolo, ma paradossalmente avrà più potere e governerà anche solo con il 25 per cento dei voti. Poi, i membri della Corte costituzionale verranno eletti per tre quinti dalla maggioranza dei Parlamentari, o meglio 3 su 5 saranno eletti dalla Camera e uno dal Senato; il Csm vedrà la parte politica eletta dal Parlamento con la maggioranza più uno. Quindi chi vincerà governerà con un potere cento volte più forte e un Parlamento cento volte più debole. Poi c’è l’aspetto politico: politicamente in questa battaglia ritroviamo il centro-destra in tutte le sue sfaccettature dalla stessa parte per lo stesso obiettivo. Quando abbiamo lottato insieme abbiamo sempre vinto e questa è la nostra sfida politica contro Renzi, contro D’Alfonso e contro Alessandrini e contro tutte le amministrazioni di sinistra che stanno affossando la Regione. Il 4 dicembre siamo chiamati a dimostrare senso di responsabilità”.