La scorsa settimana, i due nostri collaboratori e travel blogger Dante Castellano (www.iviaggididante.com), e Manuel Santoro (www.iviaggidimanuel.com), hanno accompagnato Beppe Severgnini alla scoperta della città di Pescara.
Il saggista e giornalista italiano, autore di libri di successo, era nel capoluogo abruzzese per presentare il suo ultimo libro “La vita è un viaggio”, edito da Rizzoli, durante la dodicesima edizione del Festival delle Letterature Adriatiche. I due ragazzi, montesilvanesi, lo hanno guidato per la città durante la mattinata di sabato, soffermandosi nello storico quartiere di Borgo Marino. Lo stesso Severgnini si è mostrato entusiasta, tantoché, durante la presentazione del libro, ha ricordato con piacere del giro. Dante e Manuel ci hanno raccontato la loro esperienza.
Cosa raccontate nei vostri blog?
Parliamo dei nostri viaggi. Di quello che vediamo, delle esperienze che viviamo, delle persone che incontriamo. Ma anche degli aneddoti dei luoghi visitati, di una particolare attività commerciali che ci ha colpiti, di un hotel. Diamo molto spazio alla nostra regione, l’Abruzzo, raccontando una qualsiasi località attraversata, soprattutto piccoli paesini, ed essendo iscritti al CAI anche dei tanti sentieri nella natura.
Come avete conosciuto Beppe Severgnini?
Lo abbiamo conosciuto uscendo dalla presentazione di Antonio Pascale, davanti l’Auditorium Petruzzi. Vedendolo passare lo abbiamo fermato, domandandogli se fosse stata possibile rilasciare un’intervista, da trascrivere per un eventuale articolo. Non ha risposto con immediatezza alla nostra richiesta. Tuttavia ci ha invitati a prendere un aperitivo. Al tavolo abbiamo avuto modo di parlare delle nostre passioni e quando ha saputo che tutti e due possediamo un blog di viaggio, si è interessato ancor di più. E alla fine ci ha fatto una proposta: se noi evitavamo di fare l’intervista, lui ci avrebbe concesso un’ora in giro per la città. Abbiamo accettato e ci siamo dati appuntamento per la mattina seguente, davanti l’hotel dove alloggiava.
Eravate solo voi tre?
No. Inizialmente dovevamo essere noi due con Beppe Severgnini. Quando siamo arrivati in hotel, si sono aggiunte anche Anna Masera, Capo dell’Ufficio Stampa e Responsabile della Comunicazione della Camera dei Deputati, e Stefania Chiale, una giovane giornalista del Corriere della Sera. Ci siamo sentiti ancor più motivati nel raccontare la nostra città.
Cosa avete fatto vedere a loro?
Partiamo da un presupposto: Beppe Severgnini ci ha espresso, chiaramente, di non volere due guide turistiche. La sua volontà era quella di visitare la città attraverso un filo rosso invisibile. Dopo aver riflettuto sui possibili percorsi tematici, abbiamo deciso di fargli vedere la Pescara più autentica, in parte già scomparsa, quella che in un futuro prossimo non sarà più visibile.
Così siamo partiti da piazza Sacro Cuore, in cui è situato l’hotel dove alloggiavano, e ci siamo diretti verso il mare. Passeggiando lungo il corso, abbiamo fatto notare come le attività storiche della città siano state sostituite da franchising dei grandi marchi o da caffè. La prima sosta è avvenuta davanti l’ex Cinema Excelsior: qui è stata raccontata la storia del suo fondatore e delle varie vicissitudini che lo hanno trasformato in un edificio di appartamenti e negozi. In piazza Salotto abbiamo parlato della figura di Ennio Flaiano e di come il termine “Vitelloni” nascesse da un gergo pescarese. Davanti la nave di Cascella hanno apprezzato il contatto che la città ha col suo mare. Quindi fino al Ponte del Mare, via spiaggia, e alla fine Borgo Marino.
Come è saltata fuori l’idea di far vedere loro Borgo Marino?
Borgo Marino è uno di quei quartieri pescaresi che hanno subito una grande trasformazione. Ci colpiscono le sue abitazioni più antiche, costruite in mattoni e con gli elementi tipici dei primi anni del novecento. E soprattutto il fatto che queste case, alle volte di un solo piano, siano circondate da alti palazzi contemporanei. È una città nella città. Andrebbe valorizzata, prima che sia troppo tardi.
Così abbiamo fatto visitare loro questo angolo di Pescara. Ed è stato il momento più intenso della mattinata. Si sono interessati a quei ruderi abbandonati, dal tetto crollato, alle spalle di Sant’Andrea. Ma anche alle piccole botteghe ancora presenti. Oppure ai cortili interni, alle stradine non asfaltate, e agli scorci che solo Borgo Marino può offrire nel contesto della nostra città.
Avete incontrato qualcuno lungo il percorso?
Certamente. A Borgo Marino siamo entrati in contatto con un signore che possiede un terreno fra le abitazioni. Approfittando della presenza di Beppe Severgnini, ha raccontato la storia del quartiere, facendo osservare dei particolari. A pochi passi da lì, siamo entrati nella storica casetta di Domenico “Mimì” Zizzi: fra le tante storie ricordate, Beppe Severgnini e Anna Masera hanno avuto modo di conversare attorno alla tavolata in legno, rimanendo colpiti dai tanti colori dell’abitazione e dai cimeli sulle pareti. Al termine, hanno ricevuto in regalo una stampa dei trabocchi pescaresi negli anni settanta.
Quali osservazioni sono state fatte sulla città?
Partiamo dalle osservazioni negative. Beppe Severgnini si è lamentato dell’eccessivo costo dei taxi: la tratta che va dal ristorante “La Zattera” all’Hotel Plaza, pari a circa 3,5 km di strada, è costata 50€ a taxi.
Come seconda osservazione, il fatto che la figura di Ennio Flaiano non venga valorizzata al meglio nella città. Fra le note positive sono rimasti colpiti dal rapporto che la città ha col suo mare.
Cosa vi ha colpito di loro?
Ogni qual volta ci proponiamo come travel blogger, ci vengono richiesti i numeri: quante visite fa il tuo blog? Quanti fan hai? Quante collaborazioni hai? E via scorrendo. E queste informazioni ci vengono richieste dagli enti turistici, da organizzatori di eventi e da tutte quelle persone che ruotano nel mondo dei viaggi. Beppe Severgnini, il più famoso viaggiatore italiano, non ci ha chiesto numeri. Gli è bastato trascorrere qualche minuto con noi, davanti un aperitivo, per offrirci questa opportunità. Basterebbe questo per descriverlo. Ma lui è stato molto di più: nelle tre ore di camminata, ci ha dato molti consigli, offerto spunti riflessivi. Un maestro.
Di Anna Masera la solarità e la spontaneità. Ogni domanda che ci poneva era sempre accompagnata da un grazie e da un sorriso. Di Stefania Chiale la determinazione e la preparazione di una giornalista che certamente farà strada.