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Intervista a Giancarlo Cialabrini, ex giocatore del Pescara degli anni '60

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Giancarlo Cialabrini nasce a Castelfidardo nel 1935. A 15 anni si trasferisce con la famiglia a Roma, dove viene ingaggiato dalla Lazio. Dopo aver giocato in tutte le categorie giovanili, debutta in prima squadra appena ventenne. Nel 1956 si trasferisce alla Triestina che in quel periodo milita in serie A.

A seguito di un grave infortunio muscolare il suo rendimento sarà discontinuo, compromettendo in modo determinante la carriera del giovane calciatore.

Nell'agosto del '57 viene ceduto al Pescara, dove nel '60/'61 riesce a giocare con una certa continuità, tanto da ricevere offerte da altre importanti società. Ma i continui guai fisici non danno tregua e nel '62 Giancarlo si trova a dover fare una scelta.

O il calcio o il lavoro - spiega Cialabrini in una intervista - Una volta era così, i calciatori non erano pagati come oggi.

C'era un tifoso milanese che veniva all'Adriatico a vedere le partite, lo conobbi in una serata di ballo; era direttore della filiale "Philco" di Pescara e mi propose un buon posto di lavoro come dirigente. Così rinunciai al calcio e accettai il lavoro, con il senno di poi devo dire che la scelta si rivelò azzeccata.

Nonostante la breve carriera - continua Cialabrini - sono stati tanti i calciatori talentuosi incontrati specie in serie A.

Il più forte avversario penso sia stato Rino Ferrario della Juventus, invece il più forte compagno di squadra penso sia stato Gianfranco Petris.

A Pescara mi sono trovato bene e ho messo su famiglia. Il ricordo calcistico più bello mi lega al mister Ljubo Bencic, una persona eccezionale con cui avevo uno splendido rapporto.

Oggi Giancarlo è pensionato e conserva le foto da calciatore nel suo album. Una carriera troppo breve che non gli ha permesso di esprimere tutto il suo potenziale. Un talento che magari, senza retorica, lo avrebbe portato molto più in alto.

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