All'Aurum Suites si è tenuto ieri "Auà ", festival dei vini autoctoni abruzzesi, nell'ambito di "Viva la Vitae". In vetrina 40 cantine della nostra regione, con un'importante novità : si è infatti scelto di aprire ai vini convenzionali nonostante "Viva la Vite" sia solitamente un evento dedicato ai vini naturali. Ciò ha reso ancora più interessante la degustazione di vari Pecorini condotta nel pomeriggio dal giornalista enogastronomico Massimo Di Cintio e riservata a stampa e operatori di settore (produttori, rivenditori, ristoratori etc.), dove sono state selezionate le referenze di più microaree di produzione con differenti stili di vinificazione.
La degustazione, alla cieca, ha visto inevitabilmente protagonisti tutti Pecorini biologici, uno diverso dall'altro, senza voler creare la divisione tra naturali e convenzionali per espressa richiesta dell'organizzatrice Giorgia Brandimarte, fondatrice di "Viva la Vite". E già qui c'è stato il primo elemento di fascino. Si è partiti con un Pasetti del 2023, caratterizzato da un'interessante sapidità : coltivato con la spalliera verticale, forte di lieviti selezionati e acciaio, presenta struttura e acidità .
E' stata poi la volta di un Caprera del 2023, che dal punto di vista olfattivo ci mette di fronte a un'aggressione immediata di profumi: solo acciaio, fermentazione spontanea, ha più sostanza ed è anche più rotondo. Del resto, avevamo già avuto modo di apprezzare questa cantina un mese e mezzo fa a "Mediterranea". Da segnalare la sua presenza a Pietranico con le antiche vasche rupestri. Il lavoro di Luca Paolo Virgilio è senza dubbio pregevole.
Con la Tenuta Secolo IX ci spostiamo nell'entroterra pescarese all'insegna di una viticultura, ovviamente, biologica e di una fermentazione con lieviti: il Pecorino del 2023 ha una sua innegabile piacevolezza, nonché un aroma decisamente più suadente. Non poteva poi mancare Chiusa Grande del "vinosofo" Franco D'Eusanio: allevamento a spalliera, fermentazione in legno piccolo e poi maturazione in legno grande. Manca un po' di freschezza, ma il risultato è comunque interessante.
Il Pecorino Valori 2023 è un bianco che rappresenta al meglio lo spirito dell’azienda teramana, grazie alle sue caratteristiche organolettiche e all'estrema freschezza che lo rendono perfetto per gli aperitivi e i piatti di pesce. Sospeso tra la pergola e la spalliera, con una vinificazione in acciaio, questo prodotto asciuga molto il palato, in maniera quasi citrica. Ha un bellissimo naso, è leggermente tannico e potrebbe rimbalzare con l'ostrica, ma forse è meglio abbinarvi la ricciola per arrivare a un esito ancora più efficace.
Vigna Madre ci porta a Ortona ed è, possiamo dirlo, il nostro preferito: naso eccezionale, fermentazione spontanea, acciaio, è un 100% Pecorino con una sensazione di vegetale e un po' di sapidità . Anche in questo caso, l'annata è la 2023. Scendiamo invece al 2022 con il Signora Luna, coltivazione a pergola, macerazione a chicco intero per due giorni e poi otto mesi in acciaio. Si avverte un'acciughina che forse andrà scemando. Notevole la vinificazione in anfora per due anni: Vincenzo Sulprizio è uno che si dà da fare.
Con il Lammidia arriviamo alla vendemmia 2020, e la musica cambia ancora: grip di acidità , parte alcolica moderata, equilibrio e armonia, bella secchezza. Non ci sono solfiti aggiunti, e il vino ti invita al sorso. Anche Cantine Rapino è ampiamente promosso: bell'equilibrio, coerenza tra naso e palato, armonia. Sensazioni altresì positive per Cingilia, che opera nella zona di Cugnoli, Indigeno, di stanza ad Ancarano, e Tenuta I Fauri, ad Ari, rappresentata da Valentina Di Camillo e forte di un Pecorino giovane, croccante e avvolgente.
E mentre Rabottini ha lunghi affinamenti in acciaio, Cantina Wilma sceglie di raccontarsi direttamente ai presenti, e il suo titolare Maurizio Nonno ci dice: "Io sulle mie bottiglie scrivo 'vino cento per cento Pecorino'. Ho puntato su questo autoctono sin dall'inizio: la vigna è stata impiantata tra il 2007 e il 2008. Un vino di dieci anni ti dà dei feedback interessanti". In effetti si tratta di un prodotto bevibile e gastronomico, dotato di una sua riconoscibilità . Insomma, una piacevole esperienza.
Per quanto riguarda invece la parte gastronomica, "Auà " si è basato sul contributo del ristorante Pastorie, della gelateria "A modo mio" e della fattoria Valle Magica. Di quest'ultima, in particolare, abbiamo apprezzato il prosciutto di maiale nero abruzzese, una vera e propria delizia da tutelare e valorizzare. Questo tipo di suino è infatti da anni al centro di una riflessione volta a sensibilizzare i consumatori sulla riscoperta di una razza tipica del nostro territorio. A giudicare dalla bontà del prosciutto, ne vale la pena. Insomma, "Auà " è stata una manifestazione che ci sentiamo di promuovere su tutta la linea.