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Gironi Divini si chiude con i vini “underground”

L'appuntamento si è tenuto ieri al ristorante Bacone di Pescara

Redazione
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Chiusura molto interessante per la rassegna “Gironi Divini”, che ieri al ristorante Bacone di Pescara ha messo in tavola oltre 20 vini “underground”, ossia gioielli enoici di piccole cantine che fanno una proposta diversa in termini di produzione e qualità, per offrire un’alternativa al consumatore che non vada necessariamente nella direzione della Doc, inseguendo piuttosto un ideale estetico e di gusto tutto particolare. 

Tra i numerosi prodotti presentati, segnaliamo il Moby Dick Controvento dell’Azienda Agricola Di Meo, il Pilatum spumante bianco metodo classico dell’azienda agricola Ciccone di Bisenti, il Trebbiano 2019 Gira di Emilio Rapino e il Trebbiano Rabottini del 2018. C’è poi il Parò dell’azienda agricola Candeloro di Vittorito, un bianco da tavola del 2021. Inoltre il Trebbiano 2020 Ausonia San Pietro e il bianco McCalin di Martinsicuro. 

Da Villa Celiera, invece, arriva la cantina Lammidia. Sono stati degustati anche il Pecorino dell’azienda Caprera di Pietranico e il Pecorino d’Abruzzo Doc superiore biologico “Ruggito” di Buzzarone. Spazio altresì ai Cerasuoli, a cominciare da ‘Le Cince’ De Fermo del 2022 per proseguire con il Cerasuolo Doc Suffonte 2021 della Cantina Ludovico di Vittorito.

Soddisfatto Franco Santini, referente tecnico dell’iniziativa: “Abbiamo potuto degustare la versione un po’ più sconosciuta del mondo abruzzese: piccolissimi produttori artigianali e che rappresentano un altro lato del mondo del vino d’Abruzzo che va oltre quello delle etichette più conosciute e blasonate. Si tratta di un movimento spesso giovane, under 30 e under 40, che produce vini molto particolari. L’obiettivo è stato di cercare di capire se questi vini rappresentino una nuova tendenza nel modo di fare vino in Abruzzo”. 

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