Il 2 maggio 1519 moriva Leonardo da Vinci ad Amboise in Francia e in tutta Italia se ne commemora la grandezza a 500 anni dalla morte. Leonardo grande illuminato del rinascimento fu una persona che riuscì ad esprimere il suo genio in ogni campo dello scibile umano. La sua capacità si espresse sia in progetti esecutivi sia in fantastiche intuizioni che ancora oggi ci fanno meravigliare per l’attualità dei soggetti studiati. Lui sapeva ancora prima di studiare e tutto tradusse in disegni che riempiono trattati e manoscritti.
Oggi, 2 maggio 2019, presso la Facoltà di Architettura di Pescara il tema si è parlato de: I volti della Gioconda, cioè dei vari volti di Leonardo tra Arte, Architettura e poesia.
Per parlare di Leonardo architetto il prof. Raffaele Giannantonio, architetto, autore del libro “Leonardo e l’Architettura” The Mona Lisa of Bridges, ha fatto un excursus partendo dalla lettera di presentazione che Leonardo stesso fece nel 1482, a soli 22 anni, a Ludovico il Moro dove descrisse, in un suo curriculum, le proprie capacità inventive relative in particolare alle armi e alla difesa delle mura civiche. Interessante lo studio delle chiese a pianta centrale progettate su con due livelli. La funzionalità era alla base delle sue idee e ben la espresse nello studia della città dove ideava un riordino urbanistico e la stesura di una Atlante della città. Una città che si sviluppava, nelle su idee, in più livelli sostenendo una gerarchia relativa ai ruoli sociali e di potere degli abitanti.
Forse il vero difetto della sua genialità fu la mancanza di sistematicità, lui ideava tutto, ma non tutte le sue idee avevano una possibilità di essere realizzate anche per il grande impegno economico che prevedevano.
Ancora oggi ci meravigliano i disegni dove vediamo: l’elicottero, il motore a scoppio, il carrarmato, il paracadute e tante altre grandi e piccoli strumenti oggi di uso comune.
Nel 1499 va a Cesena da Luigi Borgia, dove probabilmente disegnò, per la sostituzione del ponte di barche, il ponte sul Bosforo, che ritroviamo in un disegno databile tra il 1503 1504. Ponte ad una sola campata, ad arco, lunga 240 metri larga 23 e a 40 metri sul livello dell’acqua per permettere il passaggio delle imbarcazioni più alte.
Forse l’idea fu realizzata quando gli ambasciatori del sultano Bayazid, dell’Impero Ottomano, si trovavano a Roma per cercare ingegneri italiani che potessero progettare e realizzare un ponte sul Bosforo per unire due parti importanti delle sponde.
Ad avallare tale ipotesi una lettera scritta da Leonardo nella quale offriva il proprio servizio al sultano ottomano.
Il ponte non fu realizzato, ma 500 anni dopo in Norvegia osservando il disegno di Leonardo Vebjorn Sand ebbe l’idea di realizzarlo a Stoccolma in versione ridotta con una lunghezza di 100 metri pedonale e ciclabile
L’incontro del pomeriggio ideato da Dante Marianacci, per celebrare il genio leonardesco: "I volti della Gioconda e La Gioconda dei poeti. Leonardo da Vinci tra arte, architettura e poesia", ha voluto mettere in evidenza l’importanza della poesia nella convinzione che “la pittura è una poesia che si vede e non si sente e la poesia è una pittura che si sente e non si vede”
Per questo è seguita la lettura delle composizioni poetiche di autori italiani e stranieri scritti per l’occasione ed ispirati dal dipinto della Gioconda.
Gli autori delle composizioni sono stati: Natalia Anzalone, Franco Cajani, Antonio Cantamesse, Vittorina Castellano, Daniele Cavicchia, Rosetta Clissa, Luigi Colagreco, Daniela D'Alimonte, Nicoletta Di Gregorio, Anna Maria Giancarli, Raffaele Giannantonio, Tomaso Kemeny, Maria Lenti, Marcello Marciani, Dante Marianacci, Renato Minore, Leda Panzone Natale, Marco Pavoni, Daniela Quieti, Giuseppe Rosato, Gabriella Sica, Stevka Smitran, Antonio Spagnuolo, Flora Amelia Suárez Cárdenas, Marco Tabellione, Patrizia Tocci, Bogdana Trivak, Serena Zitti.