Il Viaggio dei Viaggi che Viaggiano, questo il titolo del libro, della favola, che Antonio D’Amore, giornalista, ha scritto e che ha presentato il 18 gennaio ai ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Pescara.
Perché parlare di cose e non di persone? Antonio D’Amore attraverso le cose, le azioni che esse producono, parla dei sentimenti delle persone, le melanconie, le nostalgie e le reazioni che esse hanno quando compiono un viaggio. Un viaggio che porta anche alla scoperta di sé stesso.
“…è una favola, -ha detto lo scrittore-, la storia del viaggio che tutti dovremmo fare, dove non c’è partenza o ritorno, non c’è meta. Il viaggio che si compie da fermi quando con difficoltà intuiamo chi stiamo esplorando i nostri sentimenti”.
Un viaggio non viaggiato, una vera metafora che ognuno, giovane o adulto, dovrebbe fare all’interno della propria anima, della propria coscienza.
La lettura di questo testo è stata la protagonista del laboratorio letterario che per il quarto anno alcune classi della scuola affrontano durante l’anno scolastico.
Antonio D’Amore, scrittore giornalista, non ha avuto una vita professionale facile a causa della sua onestà e chiarezza nella comunicazione. D’Amore ha dovuto affrontare processi e attentati per il “fastidio” per il suo modo onesto di svolgere la professione di giornalista. Antonio D’Amore è già stato ospite della scuola durante il Premio Falcone e Borsellino 2018 ed è stato premiato quale Maestro della Comunicazione 2018, importante riconoscimento alla carriera.
“Riteniamo importante, - ha detto la Dirigente Alessandra Di Pietro, - che tutti i ragazzi, che studiano per diventare chef, maître o per lavorare nell’accoglienza, vivano esperienze che possano completare la formazione professionale. Oggi non può esiste più la figura del cuoco che sa solo mettere insieme le ricette, ma deve esistere un professionista che deve avere una cultura e una conoscenza che possano completare le sue qualità lavorative”.
Presente la prof.ssa Intilangelo che ha seguito e portato avanti il laboratorio letterario e un bravo e simpatico attore Edoardo Oliva che ha letto con brio una parte del primo capitolo del libro.
Un giovane studente ha poi intervistato D’Amore sul perché abbia scritto la favola ed il giornalista ha ribadito che le mete che i vari viaggi, nel raccontano, compiono portano tutti alla stessa meta della conoscenza del sé. Quindi, il viaggio di nozze andrà a Civitella del Tronto per conoscere le proprie origini, la Gita scolastica andrà in Burundi in una missione, il Pellegrinaggio andrà a New York dove troverà Dio, la Settimana del Benessere andrà in Katmandu dove scoprirà il benessere dell’anima e dove incontrerà un monaco tibetano.
Quindi ogni viaggio non seguirà il solito itinerario riferito al proprio nome, ma seguirà un itinerario diverso dove la meta è una sola, la via del cuore alla scoperta del sé.