E’ stato ufficialmente presentato al pubblico, ieri pomeriggio, presso la Sala Consiliare del Comune di Pescara, il secondo libro di Camillo Chiarieri, Storie della Storia d’Abruzzo, ispirato dalle Conferenze omonime, giunte quest’anno alla III Serie, che l’autore ha tenuto all’Aurum di Pescara, con un continuo crescendo di consensi da parte del sempre più numeroso e affezionato pubblico, il quale anche in quest’occasione, nonostante la soffocante calura di questo inizio d’estate, non ha mancato di intervenire in massa per tributare il doveroso omaggio all’uomo che, forse in questo momento più di chiunque altro, sta facendo (ri)scoprire agli abruzzesi la passione, da troppo tempo ingiustamente soffocata, per le bellezze e la Storia millenaria della loro regione.
La giornalista Angela Curatolo ha moderato l’incontro, presenziato per l’occasione da alcune delle persone più care all’autore, con il quale condividono l’amore per questa terra: il Presidente del Consiglio Comunale di Pescara, Antonio Blasioli, quello del Comitato Regionale UNPLI (l’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia) Abruzzo, Nazareno Di Giovanni, il Vice Presidente Nazionale dell’Archeoclub, Giulio De Collibus e l’ex direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Chieti, Maria Ruggeri.
Quasi tutti i presenti hanno rilevato la triste realtà di un Abruzzo “malato”, colpito al cuore da ormai troppi anni a causa dell’inquinamento delle falde acquifere, ma non solo, con i drammatici tagli operati dal Governo centrale, del tutto incapace di comprendere le immani potenzialità in termini anche di ritorno turistico, della cultura che il nostro Paese mostra, nonostante tutto, al mondo intero, che, come ha sottolineato Chiarieri, vede l’Italia come un punto di arrivo, un sogno da raggiungere: contraddizioni quasi inspiegabili, dovute soprattutto alla scarsa visione del futuro di una classe dirigente politica che, trasversalmente, negli ultimi decenni, non ha saputo valorizzare tutto ciò che la nostra terra può offrire dal punto di vista storico e naturalistico.
Ben vengano opere divulgative come queste, ha sottolineato la Ruggeri, che molto possono fare per ovviare alle separazioni illogiche delle nostre quattro province, divise da un assurdo campanilismo, colpevolmente e passivamente accettato dalle istituzioni.
La bravura di Camillo Chiarieri, secondo Blasioli, è quella di riuscire a esportare una cultura “per tutti”, non di nicchia, che incuriosisce chi lo ascolta e legge, inorgogliendo il nostro essere abruzzese.
E’ un libro “corale”, ha spiegato l’autore, perché vi si narrano le epopee della gente comune; si parla e si scrive già troppo poco dell’Abruzzo, di solito esaltandone come protagonisti solo i potenti, i ricchi, i condottieri, mentre la Storia (quella con la cosiddetta S maiuscola) è tracciata anche e soprattutto dagli uomini e dalle donne che con il loro quotidiano lavoro e i sacrifici per vivere o, spesso, sopravvivere, hanno inventato mestieri e opere destinate (almeno dovrebbero) all’immortalità dei ricordi umani.
Giulio De Collibus, ispirandosi al primo dei cinque capitoli del libro, ha chiesto a gran voce di riabilitare la fin troppo, denigrata figura dei pastori, gente capace e tutt’altro che ignorante, come la controcultura becera vorrebbe farci credere, ricordando la loro forza e le capacità anche culturali, spesso artisti e poeti nelle rare pause del loro faticoso lavoro. Le vicende storiche raccontate sulle strade della transumanza sono state davvero tante, di un’enorme importanza economica e politica: una di queste ha visto come protagonista addirittura Leonardo Da Vinci, che come narrano le cronache, nell’anno 1498 percorse per un breve periodo quelle vie in compagnia di un amico, ricco mercante milanese dell’epoca, trovando anche il tempo di disegnare un quadro, dal titolo Sulmona sotto un temporale, ora custodito nella biblioteca del castello reale di Windsor!
Le illustrazioni del libro sono a cura del valente Valerio Perilli, ieri assente per motivi di lavoro; splendidi disegni in bianco e nero che meriterebbero, come hanno proposto i presenti, un’esposizione a parte, per poterne assaporare le suggestioni che emanano.
Al termine del piacevole e interessantissimo incontro, Camillo Chiarieri, dopo aver giustamente puntato il dito verso l’incuria in cui versano i nostri fiumi, causata anche e soprattutto dal disinteresse e dal poco amore che noi abruzzesi dimostriamo verso i nostri territori, si è appellato ai presenti, affinché si facciano ambasciatori dell’Abruzzo nel mondo, perché la nostra storia è tutt’altro che “minore” e non degna di essere ricordata, per costruire insieme un futuro più cristallino e radioso da consegnare ai nostri figli, come la piccola Arianna, che da pochi mesi l’ha reso felice genitore e a cui il libro è dedicato.