Gli agenti del Gruppo Indagini Giudiziarie della Polizia Locale hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone, di cui una ristretta in carcere e tre agli arresti domiciliari, emessa dal gip Francesco Marino su richiesta dei magistrati della Procura di Pescara Anna Rita Mantini e Luca Sciarretta. I soggetti colpiti dalla misura sono tre imprenditori operanti in vari settori economici, tra cui quello della ristorazione e dell'organizzazione di eventi, e un consulente finanziario che ha prestato la sua opera professionale in favore dei suddetti imprenditori. Parallelamente, i vigili urbani hanno dato esecuzione al sequestro di beni per una somma pari a 800.000 euro, costituente nel profitto/prodotto di autoriciclaggio e di una società , con sede legale a Milano ma operante a Pescara, che gestiva "Le Terrazze Roof Garden".
Agli indagati sono stati contestati i reati di autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e società , bancarotta fraudolenta patrimoniale. Le indagini, ancora in corso in queste ore con alcune perquisizioni, proseguono nei confronti di ulteriori individui che, pur non essendo stati colpiti da provvedimento cautelare, risultano iscritti sul registro degli indagati. Gli accertamenti investigativi hanno preso il via nella primavera del 2023 e si sono sviluppati in questi mesi, sia attraverso attività di intercettazione sia con l'ausilio di mezzi tradizionali quali audizioni di persone, acquisizioni documentali e complessi accertamenti bancari e finanziari effettuati con un consulente tecnico.
È stato possibile accertare innanzitutto le condotte illecite commesse in territorio pescarese da un imprenditore di origine napoletana, ma operante anche a Milano, che, dopo aver intrapreso plurime condotte di riciclaggio e impiego di proventi illeciti, ne avrebbe investito una parte significativa anche in una storica e redditizia attività di ristorazione della nostra città . Nello specifico si sarebbe accertato che c'erano ingenti somme di denaro accumulate in passato grazie alla commissione dei reati di associazione per delinquere, riciclaggio, reati tributari e bancarotta fraudolenta, commessi per lo più in territorio lombardo e anche in sinergia con soggetti legati alla ‘ndrangheta e alla camorra, reati per i quali l’imprenditore è stato di recente anche condannato dal tribunale di Milano e arrestato a seguito di un'indagine diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo meneghino.
Nonostante tale arresto processuale, però, le indagini avrebbero svelato l'ulteriore dinamismo illecito del principale indagato, che avrebbe reiterato le attività illecite del medesimo tipo. La commissione del reato di autoriciclaggio di tali ingenti somme di denaro sarebbe stata possibile anche grazie all'intestazione fittizia della società costituita per gestire l'attività di ristorazione, ideata e attuata dall'imprenditore partenopeo in collaborazione con un altro imprenditore (precedente gestore del ristorante) che si sarebbe prestato, dietro remunerazione, a figurare come amministratore della società pur essendo invece un mero prestanome, nonché grazie all'opera e ai consigli di un suo collaboratore di fiducia e di un consulente finanziario che ha curato tutti gli aspetti economici e finanziari dell'attività .
L'ingresso nella gestione del ristorante da parte dell'imprenditore napoletano sarebbe avvenuto grazie ad un accordo illecito concluso con i precedenti gestori, in concorso con i quali avrebbe anche compiuto atti di bancarotta fraudolenta ai danni del patrimonio della precedente società gestrice, il cui fallimento è stato dichiarato alcuni anni fa dal tribunale di Pescara. La delicata e complessa indagine è stata posta in essere sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Pescara.