Pescara 28 ottobre, Sala del Consiglio Comunale, gremita di personalità di tutti i campi della vita sociale politica amministrativa e giudiziaria e tanti alunni delle scuole superiori di Pescara, che hanno partecipato alla premiazione del XXII Premio Borsellino.
A condurre la manifestazione Oscar Buonanno, che, dopo i saluti e l’introduzione, ha presentato la Presidente del Premio Borsellino, Gabriella Sperandio, per un saluto:
Siamo giunti alla conclusione di questa XXII edizione che si presenta densa di storie e di presenze. – ha detto Gabriella Sperandio, evidentemente emozionata – Ritroveremo personalità che si sono contraddistinte per l’impegno di Stato e Civile, Ringrazio tutti coloro che hanno dato gambe e braccia a questa iniziativa.
Ha poi parlato Alessandra Di Pietro, Preside dell’Istituto Alberghiero De Cecco di Pescara, che ha accompagnato con la scuola l’importante progetto.
Saluto tutti i presenti, ringrazio Gabriella, Leo, Oscar, tutta la formidabile squadra del premio Borsellino di cui, come Istituto Alberghiero e turistico De Cecco, dato il ruolo che abbiamo svolto da quest’anno, mi onoro anche di fare parte.
Come Istituto siamo profondamente orgogliosi, grati ed entusiasti di aver potuto contribuire, grazie anche al sostegno del Ministero dell’Istruzione, alla creazione del Premio Borsellino tutto l’anno. È una formula che indica una serie di eventi che si sono svolti, a partire dalla primavera dello scorso anno, che hanno accompagnato e, direi, preparato il momento altamente formativo che stiamo vivendo oggi.
L’Istituto Alberghiero ha partecipato a questa serie di eventi attraverso una serie d’incontri, di momenti teatrali, che hanno permesso ai nostri studenti di potersi confrontare con grandi testimoni della lotta alla corruzione, della lotta alle logiche mafiose. Almeno una trentina di testimoni tra docenti, magistrati, giornalisti, sacerdoti, e tutto questo qualifica non solo l’istituto Alberghiero, ma le scuole che hanno lavorato anche in questa direzione che hanno dato il loro apporto e le qualifica come luoghi di formazione in cui la cultura della legalità è al centro.
Sono assolutamente convinta che la scuola non può limitarsi a trasferire esclusivamente saperi tecnici o scientifici. La scuola deve soprattutto e innanzitutto trasmettere principi etici civili, il senso della grandi opzioni di fondo. Quindi, parole come libertà, come legalità, come giustizia, come integrità, sono la ragione stessa della formazione e ne sono l’esito e l’espressione più alta
Questo significa sostenere questi valori dentro la scuola, trasmetterli e veicolarli significa, credo, educare all’ottimismo, educare alla positività e quindi guardare con fiducia al futuro
Su questa strada continueremo, su questa azione educativa, perché la scuola è il luogo in cui veramente ci possono essere cambiamenti di prospettiva culturale e sociale, grazie al Premio Borsellino.
Oscar Buonanno ha parlato delle persone che dopo poco avrebbero ricevuto il premio, persone che, sia come familiari sia come attori principali, continuano a portare avanti la lotta contro tutte le mafie con una “staffetta della legalità” continuando a testimoniare la legalità e la libertà che, come ha detto nel suo saluto iniziale Francesco Pignatelli, Presidente del Consiglio Comunale di Pescara, bisogna continuare a coltivarne la memoria.
Persone importanti che vivono una vita difficile rimanendo a volta anche nei luoghi dove hanno subito lutti e lavorato in onore della legalità.
Tra le molte personalità presenti sono stati premiati con le seguenti motivazioni
Luca Maggitti, per l’impegno civile, giornalista e produttore del disco Brandon Sherrod and the Sharks – Italian Journey
Domenico Trozzi, per l’impegno sociale, generale e direttore del settore aereo della Polizia di Stato, per vent’anni comandante del reparto volo a Palermo. Fondatore e Presidente dell’Associazione “Prossimità alle Istituzioni
Viviana Matrangola, per l’Impegno Civile, figlia di Renata Fonte amministratrice pubblica di Nardò uccisa dalla mafia salentina nel 1984 che continua senza sosta la battaglia della madre.
Stefania Grasso, per l’Impegno Civile, figlia di Vincenzo Grasso il commerciante calabrese ucciso dalla ’ndrangheta perché si era rifiutato di pagare il pizzo. Vive a Locri ed è Vice presidente di “Libera”.
Franco La Torre, per l’Impegno Civile, storico e cooperante internazionale, figlio di Pio La Torre, autore della legge antimafia che porta il suo nome e che introdusse nel codice penale il reato di associazione mafiosa.
Gianpiero Cioffredi, per l’Impegno Civile, Presidente dell’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza della Regione Lazio. É stato Presidente Nazionale di “Arci-Solidarietà” e responsabile dei programmi di lotta alle mafie, organizzatore della prima Carovana Nazionale Antimafia arrivata quest’anno alla 19° edizione.
Stefano Corradino, per il Giornalismo, giornalista di “Rai New 24", direttore di “Articolo 21” per la libertà di espressione.
Giuseppe Baldessarro, per il libro “Questione di rispetto”, giornalista di razza, e Gaetano Saffioti che hanno raccontano la storia di un imprenditore che per anni ha subito le estorsioni, le umiliazioni e le sopraffazioni dei clan della ’ndrangheta, fino a quando si è ripreso la sua dignità, è diventato testimone di giustizia, ha denunciato, fatto arrestare e condannare alcuni dei boss più pericolosi della piana di Gioia Tauro, perché «la dignità non si compra, si conquista e si difende».
Carlo Cappello, per l’Impegno Civile, dirigente scolastico del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Pescara per un importante ruolo di prevenzione e sensibilizzazione della società partendo dai giovani.
Luciano D’Amico, per l’Impegno Civile, professore ordinario di Economia Aziendale, Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, prima in Italia ha istituito il corso di studi universitario “Scuola di legalità” che avrà l’obiettivo di sviluppare percorsi educativi in tema di legalità, impegno sociale e civile, di conoscenza e contrasto alle mafie.
Attilio Bolzoni, per il Giornalismo, giornalista de La Repubblica, da più di trent’anni racconta la Sicilia e la mafia. Oltre a numerosi libri di successo, ha scritto la sceneggiatura della miniserie tv “Paolo Borsellino”.
Federica Angeli, per il Giornalismo, cronista giudiziaria de La Repubblica che vive sotto scorta dal 2013 a causa delle minacce di morte subite per le sue inchieste sulla malavita del litorale romano.
E il Premio Nazionale Paolo Borsellino 2017 a:
Catello Maresca magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, indaga da dieci anni sul clan dei Casalesi. Coordinatore dell’inchiesta “Spartacus” contro il clan Schiavone e la cattura di alcuni dei latitanti più pericolosi d’Italia come Michele Zagaria e Antonio Iovine
Bernardo Petralia già Procuratore Aggiunto a Palermo, che si è occupato di alcune delle inchieste più delicate ed ha assunto, da pochi mesi, la direzione della Procura Generale della Corte d’Appello di Reggio Calabria.
Marzia Sabella, procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, magistrato che ha coordinato l’arresto del boss mafioso Bernardo Provenzano.
Antonio Maruccia, Procuratore Generale della Repubblica di Lecce. Già membro della direzione distrettuale antimafia come consulente della Commissione Parlamentare Antimafia è stato estensore di numerose relazioni parlamentari, tra cui quelle sull’omicidio di Peppino Impastato e sui beni confiscati alle mafie.
Luigi Savina, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie, già capo della squadra mobile di Palermo (che arrestò numerosi capimafia tra cui Aglieri e Brusca) e
Giuseppe Di Lello, membro dell'originario Pool Antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Ad ognuna di queste persone la targa del Premio Borsellino è stata consegnata da uomini e donne che hanno lavorato e lavorano per la legalità e la giustizia e che ancora lottano per avere giustizia per i propri familiari.