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Ricordati i martiri di Colle Pineta che nel 1944 furono uccisi dai nazifascisti

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Sono stati ricordati oggi i martiri che, l'11 febbraio 1944, furono uccisi dai nazifascisti nella strage di Colle Pineta. Durante la manifestazione, tenutasi davanti al cippo in memoria dei martiri, loro memoria il sindaco Marco Alessandrini li ha ricordati con questo messaggio:


"L'11 febbraio del 1944, 71 anni fa, davanti al cippo di Colle Pineta, 9 partigiani sono stati fucilati dai nazifascisti. La sentenza, emessa da un tribunale tedesco, in origine riservò per tutti l'impiccagione; dopo l'intervento dell'Arcivescovo e del Podestà di Chieti, la sentenza fu, bontà loro, commutata in fucilazione.

Ancora una volta non si dimenticano una data e un luogo simbolo: quell'11 febbraio e la scuola di Colle Pineta che oggi sorge nel luogo della fucilazione.

La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla scriveva uno scrittore come Gabriel Garcia Marquez qualche tempo fa.

Vivere per ricordare. Ricordare per raccontare. Questa è la memoria che dà la vita a tutto ciò che abbiamo vissuto. E questa è anche la ragione per cui la nostra Amministrazione ha fatto della memoria un suo speciale percorso, capace di restituire alla comunità pezzi del passato su cui il presente si fonda, senza sottacere fatti o eventi particolari, senza mutarne il senso storico e umano, ma dando a tutti occasione per ricordare. Lo abbiamo fatto con i bombardamenti della città, pensando alle vittime, poi con la Giornata della Memoria, con le Foibe, lo faremo ogni volta che ci sarà qualcosa da ricordare, in grado di farci crescere come persone in una comunità sensibile.

Questo cippo è un luogo prezioso, com'è preziosa la scuola dove la memoria viene da sempre coltivata. L'ho visitata qualche giorno fa, salutando i ragazzi durante le lezioni, entrando nelle loro aule intitolate ai partigiani uccisi, toccando con mano un lavoro concreto perché da luogo di morte ingiusta e dolorosa, diventasse un luogo della libertà che oggi respiriamo con le nostre vite.

Quella libertà che i 9 morti che qui ricordiamo, insieme al sacrificio dei nostri padri e nonni hanno contribuito a costruire, spesso senza nemmeno sapere se l'avrebbero potuta ricordare e vivere.

Questo esercizio oggi tocca a noi. E' l'esercizio della memoria, quello che rende un essere umano diverso da un vegetale e che ci riporta ai fatti come accaddero, come li raccontano coloro che ne furono parte.

Ed è un esercizio che porterà questo luogo in un Atlante delle stragi nazifasciste dell'Italia dal '43 al '45, a cui sta lavorando l'ANPI di Pescara, tassello di una grande ricerca che vuol censire tutti gli episodi di uccisioni di civili inermi avvenute in Italia ad opera dei tedeschi e anche degli italiani. Sarà presentato fra qualche mese a Roma e forse l'Abruzzo sarà uno dei casi di studio.

Per ora resta la perdita di 9 uomini che ebbero l'unica colpa di rappresentare con le loro vite gli ideali per cui avevano un tempo combattuto.

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