“La Regione Abruzzo chiuderà la procedura di Valutazione ambientale strategica sul Piano regolatore portuale entro fine febbraio, con la pubblicazione del relativo Decreto. Lo ha comunicato stamane al telefono la dirigente responsabile Carla Mannetti. A questo punto l’amministrazione comunale resta in attesa del provvedimento, continuando a ritenere che un anno di riflessioni, di incontri e sollecitazioni sia più che sufficiente per esprimersi sulle osservazioni al Prg portuale e per riconsegnare finalmente il documento al Comune, un documento che non ha certamente finito il proprio iter, ma dovrà essere portato in Consiglio comunale e sottoposto all’ultimo visto dell’Autorità Marittima. Le ragioni di tanto ritardo sono onestamente incomprensibili e inconcepibili; a questo punto attendiamo l’ultima data fornita dalla stessa Regione, ossia fine febbraio, data sulla quale saremo vigili e attenti, indisponibili ad accettare ulteriori ritardi o rinvii”.
Lo ha detto l’assessore alle Problematiche portuali del Comune di Pescara Antonio D’Intino dopo aver ricevuto la relativa comunicazione dalla dirigente regionale Mannetti.
“Non comprendiamo perché la Regione abbia preso tanto tempo, di fatto 12 mesi, per decidere sulla Vas – ha sottolineato l’assessore D’Intino – tenendo conto che il Comune di Pescara ha trasmesso le osservazioni pervenute contro il Piano regolatore portuale già dallo scorso gennaio 2013. La Regione Abruzzo sostanzialmente avrebbe dovuto emettere il Decreto di Vas, e invece lo scorso agosto abbiamo ricevuto una nuova comunicazione con la quale la Regione ci ha chiesto di predisporre una determina di presa d’atto delle controdeduzioni alle osservazioni, richiesta alla quale abbiamo puntualmente ottemperato e da agosto siamo in attesa di un cenno dalla stessa Regione che, a oggi, tarda ancora ad arrivare. Nel frattempo si sono spesi oltre 15milioni di euro per un dragaggio che comunque non rappresenta una garanzia e soprattutto, lontano dall’assicurare la bonifica di tutte le aree portuali, comunque ha una validità temporanea perché tra due, tre anni al massimo, saremo nella stessa identica situazione odierna in merito all’insabbiamento dei fondali. E’ evidente che l’unica soluzione è rappresentata dal Piano regolatore portuale che garantirebbe opere di ampliamento del porto, a partire dal primo stralcio che permetterebbe di deviare e prolungare il fiume oltre la diga foranea, opera del costo di 15milioni di euro già disponibili nell’accordo Stato-Regione del 2009. Un’opera che diventerebbe risolutiva rispetto agli attuali problemi, rispetto al dragaggio, mettendo la città al riparo dall’attuale rischio di esondazione del fiume. Ed è un’opera che assume un carattere di assoluta urgenza ancor più dopo l’allarme lanciato lo scorso dicembre dal Commissario per il fiume Adriano Goio secondo il quale basterebbero tre giorni di pioggia consecutiva e intensa per mettere in crisi la città. Senza dimenticare che la realizzazione del prolungamento del fiume oltre la diga foranea garantirebbe l’attracco a Pescara delle grandi navi da crociera nel medio Adriatico, un’occasione di marketing turistico importante in un momento in cui Venezia sta divenendo méta vietata, oltre che scalo delle navi merci, rimettendo in piedi un’economia che oggi rischia di scomparire. Peraltro lo stralcio del progetto ci permetterebbe anche di superare le attuali opposizioni della marineria che sarebbe contraria alla realizzazione della darsena pescherecci. A questo punto Pescara non può più attendere: stamane la dirigente regionale Mannetti, raggiunta al telefono, ha affermato che entro fine febbraio la Regione Abruzzo firmerà il Decreto di Vas che a quel punto sarà pubblicato, per poi andare in Consiglio comunale con la massima celerità, prima della scadenza del mandato”.