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Decreto sviluppo, Pd: "Udc e Pescara Futura contro l'assessore Antonelli"

Per i Democrat "La maggioranza è in frantumi"

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Dopo mesi di discussione e confronti sulla legge regionale riguardante le norme del decreto sviluppo e della possibilità di recepimento da parte del Comune di Pescara, l’obiettivo è quello di rigenerare il patrimonio edilizio esistente, l’intesa raggiunta mercoledì sera, grazie anche all’intervento dei consiglieri regionali Sospiri e Masci, è stata disconosciuta dall’assessore Antonelli il giorno successivo.

Infatti, al momento della scrittura delle norme concordate, alla presenza di tutti i partiti di maggioranza ed opposizione, l’assessore Antonelli ha esordito affermando che quanto espresso dal consigliere regionale Sospiri erano valutazioni fatte a titolo personale e non rispondenti alla volontà del gruppo del PdL.

L’improvviso cambio di rotta non lasciava sconcertati solo i rappresentanti della opposizione ma anche i rappresentanti dell’UDC e di Pescara Futura, Dogali e Masci, presenti all’incontro che, comunque, confermavano entrambi la posizione già espressa il giorno precedente.

Una situazione di palese sfiducia nei confronti dell’assessore che portava alla immediata sospensione dei lavori.

La rottura si registrava sulle norme da utilizzarsi soprattutto nell’area centrale di Pescara (B2), quella a maggior concentrazione antropica che già oggi risulta avere una densità edilizia doppia rispetto a quella prevista dalla legge nazionale, che tutti volevano preservare attraverso il mantenimento delle norme sulle distanze degli edifici contenute nel Piano Regolatore e che, invece, l’assessore Antonelli, vorrebbe superare.

Una marcia indietro, quella dell’assessore Antonelli ma anche dell’assente consigliere Sospiri, che non è piaciuta soprattutto per le risibili e fuorvianti considerazioni fornite. In sostanza la posizione politica espressa dall’assessore in favore di questa posizione sarebbe funzionale ad un recupero di occupazione e di possibile sviluppo economico che ben potrebbe essere accettata in cambio di una ulteriore concentrazione edilizia nel centro cittadino.

Una tesi, quella dell’assessore, che non ha trovato proseliti tra nessuna delle forze politiche presenti, sia di maggioranza che di opposizione, ma anzi è stata radicalmente confutata con argomentazioni che da un lato sono rivolte a tutelare e preservare il quadro antropico del centro Città sia pure con misure adeguate alla rigenerazione del patrimonio edilizio esistente e dall’altro indirizzare uno sviluppo più intenso ed armonico verso le aree più periferiche della Città.

In buona sostanza l’assessore all’urbanistica Antonelli mira a cancellare la norma sulle distanze minime tra gli edifici che nel Comune di Pescara, ma anche di moltissime altre realtà urbane, rappresenta un principio di civiltà e caposaldo urbanistico irrinunciabile, che è stata introdotta proprio dall’amministrazione di centrodestra di Pace.

Se la situazione non fosse molto seria si potrebbe anche provare anche a sorridere ogni volta che Mascia pontifica: questa amministrazione sta portando a termine l’opera iniziata dalla precedente amministrazione di centrodestra di Carlo Pace. Certamente che si: ma rimuovendone gli aspetti positivi.

 

  

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