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A "C'era una volta" i "trabocchi di Stefano", i capolavori dell'artista ispirato al mare

La redazione
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Il primo Festival sulla qualità della vita ‘C’era una volta’ che si terrà presso il Museo Vittoria Colonna di Pescara dal 2 al 4 ottobre, ospiterà anche una mostra simbolica per i tre giorni dal titolo: “I trabocchi di Stefano”.

Si tratta di veri e propri trabocchi realizzati a mano con legni ed altri oggetti raccolti sulla spiaggia dopo le mareggiate: questi preziosi manufatti verranno opportunamente collocati all’interno del museo per permettere ai visitatori di godere della bellezza della mostra.

A creare questi trabocchi, simbolo d’Abruzzo e del festival, anello di congiunzione ideale tra terra e mare è l’artista pescarese Stefano Caposano che si lascia ispirare direttamente dal paesaggio marino: una passione, la sua, iniziata per caso, in un periodo poco felice della sua vita, in cui quello stesso mare che gli è stato vicino sin da bambino, ancora una volta lo ha supportato ed ispirato, regalandogli una vera e propria vena artistica per tanto tempo taciuta e ignorata.

“Il mare rappresenta tutto per me, è sempre stato il mio habitat - spiega Caposanol’ho sempre vissuto sin da piccino come il mio mondo e sono sempre stato attratto da queste ‘palafitte’ chiamate appunto ‘trabocchi’; la semplice curiosità poi è diventata passione”.
“Il trabocco - prosegue - è un simbolo d’Abruzzo: mio padre per esempio ne aveva uno sul fiume che è differente rispetto ad un comune trabocco che vediamo sul mare, ma da piccino passavo molto tempo su quello che per me allora era uno ‘strano’ posto”.
Realizzare un trabocco potrebbe sembrare apparentemente un’arte troppo complessa, ed invece come spiega Caposano: “Mi lascio ispirare dai naturali lineamenti del legno raccolto sulla spiaggia: impreziosirlo di particolari poi è come creare una continuità tra il pezzo grezzo e quello rifinito; oltre al legno utilizzo filo di canapa, reti di pescatori riciclate e altri elementi come conchiglie”.
“Per me partecipare a questo festival è molto importante -
conclude l’artista – soprattutto perché sono orgoglioso di portare avanti questa tradizione abruzzese nell’ambito di un appuntamento unico nel suo genere”.

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