10 agosto in Piazza Italia alle ore 21 è stata presentata una manifestazione in memoria della tragedia di Marcinelle dove morirono, nelle miniere di carbone, 262 persone di cui 136 italiani e tra questi la metà abruzzesi.
L’evento è stato promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale di concerto con la Settembrata Abruzzese.
La rappresentazione ha visto il lavoro teatrale Rosario Rosario, ispirato da tematiche sull’emigrazione, e la premiazione di lavoratori che si sono distinti per le proprie qualità e dedizione.
La manifestazione in ricordo di Marcinelle fu istituita con delibera del Consiglio Comunale n. 166 del 2004, presentata dai consiglieri comunali Davide Pace ed Enzo Imbastaro.
Dopo qualche anno di silenzio il Presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli, ha voluto riportare alla memoria degli abruzzesi la tragedia che rimane di una sconcertante attualità se si pensa alle morti che si hanno sul lavoro e le carenze della sicurezza che purtroppo ancora oggi contraddistinguono molti luoghi dove si svolge il lavoro.
Prima della rappresentazione teatrale il Presidente Blasioli ha premiato tre lavoratori, indicati dalle organizzazioni sindacali, che si sono distinti per la loro attività di addetti alla sicurezza nelle aziende dove lavorano.
La rappresentazione teatrale, che ha emozionato il pubblico presente, è stato organizzato dalla Settembrata Abruzzese.
La presidente dalla Settembrata Abruzzese, Gabriella Serafini, ha portato in scena “Rosario Rosario” rappresentazione teatrale che aiuta a mantenere viva la memoria della tragedia subita non solo dai minatori abruzzesi ma anche dai familiari rimasti bei paesi ad attendere una lettera e il ritorno dei propri cari.
Ludovico Costanzo attore protagonista insieme a Giuseppe Macciola, che interpreta Rosario minatore, hanno permesso la manifestazione prestando gratuitamente la loro opera.
La Paranzella di Pianella ha rappresentato danze e canti dell’epoca indossando costumi abruzzesi caratteristici.
Durante la recita alcune protagoniste,che hanno rappresentato le mogli degli emigrati minatori, hanno letto le lettere che i loro cari inviavano per far conoscere la loro situazione e la struggente nostalgia della famiglia e della terra natia.
Ma che cosa accadde nella miniera di carbone di Marcinelle?
L'8 agosto del 1956 a Marcinelle, in Belgio, ci fu una delle più gravi stragi minerarie del mondo, in cui morirono 262 minatori di cui136 Italiani emigranti
Nella miniera di carbone di Bois du Cazier, appena fuori la cittadina belga di Marcinelle, si sviluppò un incendio che causò una strage.
Causa dell’incidente fu un malinteso sui tempi di avvio degli ascensori.
Erano le 8 e 10 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo.
L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre a 1.035 metri sottoterra, i minatori rimanevano soffocati dal fumo.
Si salvarono solo 12 minatori.
Ci furono due processi, che portarono nel 1964 alla condanna di un ingegnere di soli 6 mesi con la condizionale.
Oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco.
La tragedia della miniera di carbone di Marcienelle è soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra.
Marcinelle fu un triste baratto che il Governo italiano fece con il Belgio e tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia.
L’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore.