L’edificio, che è situato sul lungomare di Pescara, tra via Foscolo e via Alessandro Manzoni, è da anni inutilizzato e mostra chiari segni di fatiscenza.
Purtroppo bisogna ancora una volta constatare che le varie Amministrazioni Comunali, che si sono succedute, non hanno mai preso seriamente in considerazione l’utilizzo di questo edificio.
La collocazione urbanistica, e la grande area di pertinenza, ne fa un immobile di grande valore economico.
Non è facile trovare lungo tutta la riviera uno spazio così ampio da ristrutturare.
La storia di questo sito è antica.
Per moltissimi anni, in specifico l’area di pertinenza , è stata utilizzata dalla Gestione Governativa degli autobus urbani e dal Comune di Pescara come deposito delle auto sequestrate.
Nel 1997 ad opera di Cesare Manzo, gallerista di Pescara, la palazzina è stata utilizzata come sito per una mostra d’arte.
Proprio il nome “FUORI USO” voleva indicare un immobile non più utilizzato che però poteva dare ancora qualche cosa alla città.
Dopo quell’utilizzo che ancora fa parlare di sé, come si vede dalle foto con la scritta sulla facciata principale, nulla più è stato fatto.
Oggi l’area di pertinenza viene utilizzata come parcheggio ad ore, ma la palazzina è rimasta squallidamente chiusa e anche pericolante e tempo fa abbiamo assistito anche all’occupazione di senza tetto che prontamente sono stati fatti andare via.
La domanda che sorge spontanea è: ma il Comune si rende conto di quanto patrimonio immobiliare possiede e quanto beneficio economico ne potrebbe derivare alle proprie casse se solo si facesse un serio programma d’interventi?
E’ di pochi giorni la notizia che in alcuni Comuni del nord, edifici non più utilizzati, perlopiù caserme, sono stati affidati ai privati sia per la ristrutturazione sia per il loro futuro utilizzo.
Bisogna ricordare che un bene per avere una validità sociale deve essere anche produttore di reddito.
Quale miglior reddito si può ricavare facendolo rivivere e utilizzarlo come bene comune?.
L’amministrazione di Pescara, in grave crisi economica, dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di affidare a privati la manutenzione e l’utilizzazione di edifici che altrimenti così ridotti provocano “disonore” e danno d’immagine.
FOTO DI MICHELE RAHO