Era il lontano 1979 quando il professor Igino Creati istituì la prima edizione del Premio letterario Città di Penne, caposaldo della cultura vestina conosciuto in tutto il mondo. Nel corso degli anni la manifestazione ha ospitato personaggi illustri del mondo dello spettacolo, pensatori, letterati ed artisti di ogni genere, si è arricchita con nuove sezioni ed ha esportato il proprio format anche a Mosca, dove dal 1996 viene riprodotto fedelmente. Ospite d’eccezione della 37esima edizione è stato Carlo Verdone che, in quanto vincitore della sezione “scrittori dal cinema”, ha ritirato il suo premio nel pomeriggio di venerdì 22 maggio.
Il direttore scientifico Antonio Sorella, in qualità di moderatore, ha presentato la cerimonia di premiazione che si è svolta all’interno della sala consiliare del Comune di Penne. Un rapido passaggio di microfono ha reso possibile l’intervento delle tante personalità politiche presenti in sala, del sindaco di Penne, dell’amministratrice Giulia Buccella e di una parte della giuria tecnica, nell’attesa dell’arrivo del personaggio dell’anno. Una fitta folla ha accolto con grandi ovazioni il regista e attore romano, mostrando chiaramente la motivazione per cui ha sfidato il maltempo tanto temuto durante le giornate ordinarie. Al suo fianco Enrico Vanzina, che lo ha accompagnato, introdotto e premiato passandogli il testimone ricevuto nel 2014: poche parole per esprimere la sua gioia nel tornare in un paese che lo ha emozionato concedendogli di condividere il palco con la figlia di Monicelli e come un tuffo nel passato di rivivere la forte amicizia che legava i loro papà. Il suo legame con Pescara ha radici profonde che risalgono ad un’infanzia in cui confessò a Ennio Flaiano di voler cominciare a scrivere e, al porgli il suo dubbio sull’utilità nel farlo si sentì rispondere “serve per sconfiggere la morte”.
La cittadina vestina, tanto graziosa quanto sconosciuta, seduce chiunque ne scopre la sua esistenza, e così è stato anche per Verdone che si è concesso una toccata e fuga con la promessa di tornare al più presto. Giunto per ricevere il riconoscimento per “La casa sopra i portici”, ha intrattenuto il pubblico con battute ed aneddoti inerenti le motivazioni alla base del suo desiderio di scrivere il suddetto libro; la necessità di fermare il tempo su una cosa che non gli appartiene più lo ha portato a ricordare un piacevole passato all’interno della casa paterna, dove conobbe i personaggi che lo hanno ispirato e iniziò ad intraprendere la carriera da attore. Anche lui come il suo collega ha un legame particolare con Pescara, sorto da motivazioni differenti: quando uscì nelle sale “Un sacco bello” venne chiamato da Sergio Leone in piena notte per esser avvisato di aver sbancato ai botteghini di Pescara, i cui incassi nel primo weekend furono nettamente superiori a quelli di Roma. Ma il suo amore per il pescarese non si limita a questo e lo esprime con una battuta conclusiva ripresa da uno dei suoi personaggi più famosi destinata ai cittadini pennesi: “Voi mi adorate? Allora vedete che la cosa è reciproca?!”.
Con il cambio generazionale cambiano anche le tematiche alla base delle sezioni in concorso, ma nonostante il modellarsi sulla mutevole società, il Premio Penne rimane un’istituzione radicata da cui difficilmente ci si separerà. La mancanza del suo fondatore si fa sentire sempre più forte, e con essa anche quella di tutti i personaggi che ne hanno fatto la storia, ma adesso tocca ai giovani continuare a scrivere le pagine culturali del proprio paese, senza però cancellarne i capitoli passati. Il notevole pubblico presente nella giornata di premiazione in onore di Carlo Verdone fa presagire una crescita di interesse nei confronti della manifestazione, che si concluderà a settembre con la consegna dei riconoscimenti ai vincitori di tutte le categorie.